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La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone

di sasso67
8 stelle

Vedendo film come questi, e pensando a recenti esperimenti estenuati e cinematograficamente futili come "I cavalieri che fecero l'impresa" (2001) o "Ma quando arrivano le ragazze?" (2005), si viene assaliti da rimpianti per un regista che non sembra nemmeno lo stesso. Ai tempi di film come "La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone" o della "Casa dalle finestre che ridono" (1976) il regista bolognese aveva almeno la voglia di divertire e di divertirsi. Seguendo le strampalate avventure dell'ateo Anteo Pellacani, detto Gambina Maledetta, ci si imbatte in un Pupi Avati ruspante e fantasioso che mette su una sorta di moderno miracolo pasoliniano e surreale, trasposto nella pianura padana come un'avventura picaresca raccontata da Gianni Celati. "La mazurka", intendiamoci, non è un capolavoro, e non raggiunge nemmeno i risultati della "Casa dalle finestre che ridono", però ne possiede gli stessi umori grotteschi che riescono a divertire e facevano sperare, allora, in un regista di grande avvenire.
Gli attori sono quasi tutti fidatissimi di Avati: Tognazzi è adattissimo alla parte, mentre Villaggio, in versione prefantozziana, esagera in numeri buffoneschi. Gianni Cavina interpreta il solito personaggio grande, grosso e coglione, mentre Delia Boccardo ha una delle parti migliori della sua carriera, con questa maliziosa e ingenua santa-puttana.

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