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Rifkin's Festival

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Rifkin's Festival

di Gangs 87
5 stelle

In occasione del Festival internazionale del cinema di San Sebastián, in Spagna, Mort Rifkin professore di cinema, decide di accompagnare la moglie Sue, addetta stampa del giovane regista Philippe di cui Mort sospetta si sia innamorata. Avrà l’occasione di incontrare una giovane dottoressa che scombussolerà il suo romantico, dormiente, animo romantico.

 

Che barba, che noia. Che noi, che barba. Inutile recriminare il Woody Allen pungente e divertente degli anni che furono, inutile dire che i suoi ultimi film sono solo un ricordo appannato del suo adorato cinema, altrimenti rischiamo di ripetere sempre lo stesso concetto inserendolo in recensioni relative a film diversi.

 

Eppure è evidente a molti che, da qualche anno Allen sembra incapace di (ri)trovare l’equilibrio vincente e ci propina volta per volta, fatto salvo rarissime eccezioni, polpettoni nostalgici sul cinema andato e sulla vita fuggevole. Che poi io Woody lo capisco anche, considerando le vicissitudini familiari c’è ben poco da ridere e molto di cui essere nostalgici quindi credo sia più che normale quest’ondata di nostalgia che riversa nelle sue pellicole però, ragazzi, non se ne può più.

 

Da quando poi ha smesso di comparire davanti alla macchina da presa diciamo che la situazione si è complicata e anche quelle pellicole che presentano un potenziale nascosto finiscono per risultare ampollose e di difficile sopportazione. Per quanto questa sua ultima opera si pone come manifesto omaggiante al cinema dei maggiori registi del secolo scorso (e non), per quanto possa essere definito l’ennesimo lascito, un probabile eventuale saluto ai posteri, non basta a farsi piacere.

 

Nonostante la piacevole e ponderata decisione di scegliere come suo alter ego il brillante Wallace Shawn la pellicola funziona a sprazzi e annoia in modo esponenziale. Neanche la breve durata aiuta a sopportarne la visione che va avanti solo con la speranza che qualche battuta possa strapparci un sorriso (un paio ammetto che ci sono, dai) e che invece si trasforma in un supplizio martoriante. Speriamo (sempre) vada meglio alla prossima.

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