Regia di Woody Allen vedi scheda film
Riassunto di tutta una vita da cinefilo, riassunto di tutta una passione per Woody Allen.
A poco più di 2 mesi dall'uscita italiana nei cinema, arriva sulla piattafoma on line di Amazon l'ultimo film di Woody Allen, terminato nel 2020 ma da allora in attesa di programmazione in europa. In America non è uscito per i noti guai d'immagine provocati dalla figlia di Allen, fiera protagonista di un doc in 4 parti andato in onda, dopo gli Stati Uniti, anche in Italia con Sky, nel quale accusa apertamente il padre di aver abusato di lei quand'era una bambina. Allen ha risposto con un libro ("A proposito di niente"), e nel frattempo ha scritto e diretto "Rifkin's festival" incassando una lunga serie di "no, con te non faccio più film" da attori vicini alla tesi accusatoria nei confronti del regista. Attore principale è Wallace Shawn, al suo sesto film con Allen (cominciò la sua carriera di attore con "Manhattan"), sorta di alter ego del regista, che approfitta di un festival del cinema europeo, a San Sebastian in Spagna, per tracciare una sintesi della prorpia vita professionale, immersa tra il cinema d'autore europeo che per tanti anni ha insegnato ai suoi studenti, e l'amore per le sue donne, ultima Gina Gershon, sua moglie, molto presa (e non solo professionalmente) per il regista per il quale cura i servizi stampa, il bravo Sergi Lopez. E' stato detto che Allen, viste le ultime difficoltà di realizzare film dovute sia alla pandemia che all'odioso effetto del MeToo, abbia pensato ad un film testamento in cui racchiudere in un sol colpo passioni di una vita, considerazioni sugli amori avuti e mancati, e timori sul presente e sul fututo prossimo. La voce fuori campo del protagonista, partendo dal solito lettino feticcio dello psicanalista (non meritevole quest'ultimo neanche di entrare in scena), accompagna lungo tutto il film lo spettatore in un viaggio melanconico e triste, surreale e disilluso, speranzoso e mediamente preoccupato, approfittando dei suoi tanti anni vissuti, dei suoi film preferiti, delle occasioni mancate e delle fobie sempre utili a farla franca ancora per un pò. Allen rifà sè stesso, come quasi in ogni suo film, ed è proprio ciò che ci si aspetta, con i titoli di testa e coda dello stesso font su fondo nero, stesso jazz con brani scritti da Stephane Wrembel, stessi scambi di battute tra personaggi durante un party. Qui ci si lascia quindi cullare, da buoni alleniani, tra gli inserti cinefili intrisi delle stranezze di cui sono fatti i sogni, con una cura scenografica apprezzabile e stimolante. Il bilancio di una vita si sdoppia, vale per il protagonista e per il suo regista, lontano da casa sua ma comunque attorniato dalle sue "favourite things". Il cameo di Christophe Waltz impreziosisce un lavoro nato forse per gioco, e certamente diventato uno dei suoi film più personali.
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