Regia di Woody Allen vedi scheda film
Non so perché continui a voler vedere questi ultimi film di Woody Allen: amore assoluto per il grande regista di New York, certamente, e quella sottile speranza di ritrovare l'Allen che più ho amato e che più ha segnato la mia vita da cinefilo. In realtà ho evitato come la peste molti dei suoi ultimi film ma, per un motivo o per l'altro, ho deciso di recuperare questo, incuriosito da una discreta quantità di buone recensioni. La delusione, quindi, è doppia. "Rifkin's Festival" è il solito ultimo Allen, che gira uno spot turistico sui luoghi dove filma, in questo caso una bellissima San Sebastian, Spagna, e lo infarcisce con attori più o meno famosi, più o meno bravi, a cui affida copioni stantii, mangiati e rimangiati, senza più un briciolo di verve, nemmeno, ahimé, nei dialoghi e nelle battute: non ho riso ma nemmeno sorriso, in nessuna occasione. Un film pretenzioso, borghese, narcisista, con siparietti dedicati al Cinema che fu, declinati alle vicende sentimentali di questo Rifkin, che dovrebbe essere l'alter ego di Woody, ma appare solo bolso e noioso. Confezione scintillante, (Storaro docet), con dentro il solito Allen di maniera degli ultimi 20 anni almeno. Una insulsaggine stomachevole che per fortuna dura un'ora e mezza, minutaggio tipico del regista e unica cosa rimasta del suo Cinema più bello.
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