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Il tuo piacere è il mio

Regia di Claudio Racca vedi scheda film

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La recensione su Il tuo piacere è il mio

di mm40
2 stelle

Siamo nel Cinquecento. Durante un pranzo, il padrone di casa intrattiene i commensali con storielle amene a sfondo erotico; anche i commensali hanno raccontini simili da proporre.

 

Verginelle vogliose, preti satiri, mariti cornuti, burle a scopo sessuale: siamo in pieno decamerotico, anche se Claudio Racca non si rivolge direttamente alle fonti primarie che hanno alimentato il genere (la letteratura 'licenziosa' del Boccaccio e dell'Aretino), bensì a Honorè De Balzac, con tanto di didascalia finale che dovrebbe in qualche modo nobilitare il film spiegando - con la penna dello scrittore francese - come l'uomo storicamente sia sempre lo stesso, ieri come oggi come domani, impegnato a riempirsi la pancia e a sfogare i suoi più bassi istinti. Nulla di sorprendente: ci provavano tutti. Tutti i registi di simili prodottini a costo infimo ed esteticamente tirati via cercavano di darsi un tono con la citazione di qualche nome culturalmente altisonante; Racca peraltro qui esordisce dietro la macchina da presa, dopo un decennio di carriera come direttore della fotografia, e firma anche la sceneggiatura. L'unico 'effetto speciale' che ha a disposizione è rappresentato dal cast decisamente onorevole, soprattutto per una pellicola di tale risibile stampo: gli interpreti principali sono Lionel Stander, Sylva Koscina, Aldo Giuffrè, Barbara Bouchet, Leopoldo Trieste, Femi Benussi, Umberto Raho, Ewa Aulin, Giacomo Furia, Marisa Solinas e Pupo De Luca. Una parola va spesa per quest'ultimo: attore di secondo piano ma non disprezzabile, utilizzato sempre per parti minori, detiene probabilmente il record di presenze nel genere decamerotico, avendone collezionate all'incirca una decina in un filone a tutti gli effetti non molto ampio. Racca dopo questa commedia erotica in costume dalle scarsissime ambizioni non dirigerà più lungometraggi a soggetto, dedicandosi a quealche documentario, fra i quali spicca il titolo di Love duro e violento (1985). 2,5/10.

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