Regia di Mark L. Lester vedi scheda film
Banale brutta copia del non eccelso film campione d' incassi "Rambo 2 - La vendetta" con il divo rivale che fa a gara con Stallone a chi stermina più nemici con tutte le armi portatili del mondo. Come padre affettuoso Schwarzenegger è credibile come lo sarebbe stato Stallone nel ruolo di un poeta romantico.
Banale brutta copia del non eccelso film d' azione campione di incassi “Rambo 2 - La vendetta”,con il divo rivale che fa a gara a chi ammazza più nemici con tutte le armi in dotazione all’ esercito americano, compreso un incredibile bazooka a quattro canne. Come padre affettuoso Arnold Schwarzenegger è credibile come lo sarebbe stato Sylvester Stallone nei panni di un poeta romantico. Purtroppo per Schwarzy, nel suo scarso repertorio di brevi dialoghi e battute finali, ricorda ancora il robot killer Terminator. Il suo impassibile volto granitico raggiunge dei livelli di "espressività" soltanto quando a mani nude stacca da terra e scaraventa giù una cabina telefonica con dentro un cattivo dalla statura di un tappo.
Schwarzenegger è il colonnello John Matrix dei reparti speciali dell’ esercito americano, che a sentirlo "mangia i Berretti Verdi a colazione", costretto a salvare la figlia piccola sequestrata sotto i suoi occhi da un piccolo esercito di criminali per la maggior parte in divisa, agli ordini di un ex dittatore golpista simile a Gene Gnocchi abbronzato e di un ex collega di Matrix che pare una caricatura di Freddy Mercury, due brutti ceffi senza scrupoli intenzionati a ricattare il colonnello dei commandos americani per fargli commettere un delitto politico in un piccolo stato sudamericano. Dopo aver eliminato più o meno facilmente i pochi scagnozzi che lo sorvegliavano e fatto incetta di armi e bombe di ogni genere nel supermarket sotto casa adirittura con l’ aiuto disinteressato di una giovane hostess di colore, Matrix piglia un aereo da turismo e va in quella Repubblica delle Bananes dove fa fuori i cattivi e salva la figlioletta. Ovviamente tutti i suoi avversari hanno un quoziente intellettivo e una prontezza di riflessi nettamente inferiori.
A parte un “humor nero” con battute del genere: “Che ne hai fatto di quello? - L’ ho lasciato andare (in un burrone) il film è solo una sequenza continua di sparatorie dove il supereroe protagonista uccide tutti i suoi nemici e ne esce indenne senza un graffio sui suoi lucidi muscoli, girato solo per dimostrare che sul grande schermo Schwarzenegger è più forte di Stallone e sa osare di più, anche l' impossibile. Come trama siamo dalle parti di un vecchio videogioco da bar dallo stesso titolo, con un totale di centoundici (111) morti ammazzati, per il 98% uccisi dal muscoloso protagonista in novanta minuti di film, un record da Guinnes dei Primati. Gli effetti speciali, oltretutto premiati, sorpassano per incredibilità quelli dei telefilm d' azione contemporanei al film, come quelli della serie "A-Team", con gigantesche esplosioni incendiarie e interminabili raffiche di mitra che uccidono dieci nemici alla volta. Quanto alla colonna sonora, le musiche finali sono più adatte a uno spot televisivo di bulldozer e caterpillar (grandi ruspe americane per la demolizione).
La frase di lancio del film era: “In ogni luogo e qualche modo qualcuno pagherà!” e probabilmente si riferiva a quelli che andavano al cinema tanto per passare il tempo seduti guardando questo film tanto per non addormentarsi dopo il primo tempo. Non è noioso ma è talmente prevedibile da sembrare addirittura meno originale di altri film d' azione americani girati dopo come "Cobra" con Stallone (leggi la mia recensione se interessa). Talmente scontato che chiunque alla fine del primo tempo sa già come andrà a finire. Anche se stroncato dalla critica, specialmente da quella italiana,“Commando” ebbe anche da noi un discreto successo di pubblico. Oggi c' è soltanto da stupirsi che ci sia ancora qualcuno che apprezza questo film per poi chiedersi cosa c' era di alternativo in quel periodo a un "kolossal" come questo, forse niente.
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