Regia di Mike Flanagan vedi scheda film
Dopo quasi 40 anni il cinema torna alla luccicanza... Però manca la macabra, elegante poetica jazz di Stanley Kubrick. Il risultato è comunque dignitoso, nonostante un'aria di troppa carne al fuoco...
36 anni dopo (1977/2013) aver scritto il romanzo "The Shining" (in Italia pubblicato per la prima volta col titolo "Una splendida festa di morte") Stephen King ne pubblica il sequel, dal titolo "Doctor sleep". Nel 2019, quasi 40 anni dopo l'adattamento cinematografico più celebre (SHINING, 1980, di Stanley Kubrick), esce in sala DOCTOR SLEEP. Il film comincia nel 1980 e mostra un Danny Loyd che, dopo gli eventi sanguinosi accaduti al Overlook Hotel, vuole ricominciare una vita normale assieme a sua madre. Altrove, vicino ad un lago, una sua coetanea viene avvicinata dai componenti di una strana setta. Cosa vogliono farle? Anni dopo ritroviamo tutti... Cosa dire di questo lavoro diretto da un regista, Mike Flanagan, che si è sempre dichiarato fan sfegatato del Re King (notare la ripetizione, eh eh...) e/o del romanzo dal quale è tratto? Semplicemente che, se la pellicola di Stanley Kubrick era nettamente superiore semplicemente perché aveva poco di Stephen King (infatti allo scrittore l'adattamento non è piaciuto) ma molto del regista inglese, questo DOCTOR SLEEP ha tanto (anche troppo!) della letteratura di Zio Stephen (che ne è, appunto, risultato ampiamente soddisfatto!), infatti ci sembra, per almeno due terzi di film, di trovarci di fronte ad un adattamento cinematografico anni '90 tipo I SONNAMBULI, TOMMY KNOCKERS- LE CREATURE DEL BUIO o I LANGOLIERI, fusi (come già per CIMITERO VIVENTE) con le leggende indiane (le creature che si nutrono dell'ultima esalazione) che solo nell'ultima parte prova a riagganciarsi al film del 1980, risultando così, però, di aver messo troppa carne (da macello?) al fuoco (rogo?). Capolavoro? Anche no! Lodevole e piacevole intrattenimento vintage riuscito? Certamente sì!
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