Regia di Mike Flanagan vedi scheda film
La luccicanza, quel potere oscuro che permette di sentire le cose, le persone, non sembra essere più rara come un tempo e Danny Torrance nemmeno. Sono diversi i bambini che possiedono la luccicanza e questa loro capacità speciale attira il “Vero Nodo”, capitanati dall’affascinante Rose, interpretata dalla bravissima Rebecca Ferguson, gruppo di quasi eterni esseri non più umani che nutrono le loro esistenze con il vapore che fuoriesce dal corpo dei possessori di luccicanza quando, dopo averli rapiti, li seviziano e uccidono.
Flanagan non lascia nulla al caso, parte da lontano 1980 per ricondurci nella mente di Danny, prima che questi decide di affogare nell’alcol il suo “potere” pur di non sentire le voci che animano la sua testa. Mai realmente ripresosi dai traumatici fatti di cui si compone l’inestimabile pellicola di Kubrick, Doc è cresciuto e cerca di sopravvivere al passato che ritorna, sempre. Quando entra in contatto con la piccola e potente Abra, di cui veste brillantemente i panni la quasi esordiente Kyliegh Curran, viene a conoscenza dei fatti del “Vero Nodo” e dovrà rispolverare il suo potere per rimettere a posto i demoni.
Ispiratosi all’omonimo romanzo di Stephen King, Flanagan crea una pellicola che è un ibrido tra un thriller ben costruito e un film horror, pieno, forse troppo, di effetti musicali che fanno trasalire, ed inquadrature create ad arte, la pellicola scorre, per la sua interezza, quasi senza intoppi d’attenzione, la quale si affievolisce solo in alcune scene quando la magia di Rose e del suo gruppo sembra prevalere.
Pur soffermandosi troppo sulla prima parte, principalmente esplicativa, il suo modo di descrivere i fatti risulta essere coinvolgente, e riesce a mettere, degnamente la parola fine, ad una domanda che ci si portava dietro da anni: che fine ha fatto Dan Torrence? E da qui il titolo, il non-più-piccolo Danny usa il suo potere per alleviare le sofferenze degli anziani pazienti dell’ospizio della cittadina di Frazier, dove si trasferisce per riprendere in mano la sua vita. Interpretato da un buon Ewan McGregor che sembra però esaltare più l’introspezione del personaggio che la sua perspicacia.
Nonostante la pellicola possieda già di per se caratteristiche piacevoli, Flanagan è il regista dei dieci episodi della serie Hill House e di Ouija - L'origine del male, e si vede direi che con fantasmi e paranormale ci sa fare, è quando Doc, per sconfiggere il “Vero Nodo” decide di risvegliare il caro buon Overlook Hotel, che nel libro di King finiva bruciato ma non nel film omonimo di Kubrick che Flanagn cita costantemente, senza creare fastidio alcuno.
La riverenza di Mike Flanagan per l’opera di Kubrick è palpabile, si aggira all’interno dell’Hotel marcito ma ricreato fedelmente, riprendendo le scene del film originale, pur con altri interpreti, rituffandoci nel passato insieme al protagonista. Il suo passo lento, lo sguardo a 360 gradi finisce per essere quasi una commemorazione e nemmeno quando qualcun altro indossa i panni che furono di Jack Nicholson si riesce a sentirsi in qualche modo traditi.
L’opera di Falnagan e ricca ma completa, cosa mai scontata, si serve di attori bravi e appaga mentalmente quando alla fine, il buio invade la sala e ci si accorge che tutto è spiegato, oltre ogni ragionevole dubbio.
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