Regia di Michael Gordon vedi scheda film
Durante una breve vacanza a Las Vegas, la moglie di un giornalista si lascia prendere dal vizio del gioco: dapprima è un diversivo piacevole, poi una passione divorante che la spinge a rubare, mentire e perdere ogni rispettabilità. Storia di un caso clinico di ludopatia complicato da un difficile sottofondo familiare (una sorella maggiore frustrata che alimenta sensi di colpa), raccontato in toni moralistici, con uno svolgimento molto ripetitivo, e concluso da un finale aperto alla speranza: un film accostabile ad altri drammi della dipendenza prodotti a Hollywood in quegli anni, quali Giorni perduti di Wilder o L’uomo dal braccio d’oro di Preminger. Bella prova della Stanwyck, in un ruolo che si è portati a considerare tipicamente maschile. Il titolo italiano è limitativo: la signora gioca (come da titolo originale) non solo alla roulette, ma anche a dadi, poker e alle corse di cavalli. Occhio ai titoli di coda: c’è un certo Anthony (sic) Curtis che interpreta un fattorino.
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