Regia di Michael Gordon vedi scheda film
Incubo nella ludopatia più distruttiva, fra territori mélo e scenari squallidi e violenti. Dal grande inizio capiamo subito il registro dell'opera: un dramma crudo sulla dipendenza da gioco, capace di gestire al massimo la presenza di Barbara Stanwyck, senza che l'opera si sbilanci a causa della sua personalità. La 'Scimmia' è al centro del plot, nascondendo uno shock infantile che condiziona l'autostima della protagonista alimentando frustrazioni e forze autodistruttive. Un abbandono all'autodistruzione che è alla base dell'odio per se stessi... Così se il finale/svolta psicoanalitico può apparire consolatorio, la tensione drammatica con cui si giunge all'epilogo è lodevole. Il mondo parallelo dei vizi non perdona e non è facile mostrarlo al cinema senza cadere nei soliti luoghi comuni, ma il sottostimato Micheal Gordon è deciso nel mantenere il dramma con il polso giusto fra pause e ricadute nelle maglie infernali del vizio, sottolineando in questo modo uno degli elementi fondamentali di ogni 'debolezza': la schiavitù. Dunque la buona scrittura della sceneggiatura sorregge dei personaggi intensi e veri, regalandoci prove indimenticabili, sia della bravissima star che dei comprimari fra emozioni forti e dialoghi intensi. In conclusione consiglio The Lady Gambles annata 1949, perché oltre che ineccepibilmente professionale è tristemente attuale e invecchiato piuttosto bene.
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