Regia di Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Massimo Venier vedi scheda film
Aldo, Giovanni e Giacomo sono molto differenti fra loro; con le rispettive famiglie si ritrovano a condividere, per un errore dell’agenzia immobiliare, la stessa casa per le vacanze in Puglia. Le iniziali diffidenze reciproche vengono piano piano smussate, conoscendosi, fino a creare un vero e proprio rapporto di amicizia fra i tre.
Si riforma il fortunato sodalizio che diede vita a pellicole come Tre uomini e una gamba (1997), Chiedimi se sono felice (2000) o Tu la conosci Claudia? (2004): quello di Aldo, Giovanni e Giacomo con il regista e sceneggiatore Massimo Venier. Se il trio comico, nell’ultimo quindicennio, aveva perso un po’ di mordente e di appeal nei confronti del pubblico, non si può certo dire che sia andata meglio a Venier, autore nel frattempo di titoli non particolarmente fortunati come Mi fido di te (2007, con Ale & Franz) e Aspirante vedovo (2013, con l’accoppiata De Luigi/Littizzetto che tentava invano di scimmiottare gli immortali Sordi/Valeri). Ecco quindi che Odio l’estate dovrebbe, sulla carta, riportare AGG sulla breccia e fare contenti tutti: ma così purtroppo non va a finire. Il film si incarta infatti molto presto fra ripetizioni stanche di cliché e di personaggi fin troppo noti del trio (Aldo che alza le braccia urlando “Non ci posso credere!”) e, soprattutto, in una trama scritta smaccatamente al servizio dei tre comici, senza concedere il giusto spazio ai comprimari (fra i quali spicca un tris femminile di tutto rispetto: Maria Di Biase, Lucia Mascino e Carlotta Natoli), né tentare di ampliare, dare maggiore respiro alle consuete dinamiche di AGG. Non solo: tutto nella trama va come si presume fin dall’inizio che debba andare, fino a una conclusione che esonda tragedia e patetico e che per forza di cose risulta inspiegata, inspiegabile e superflua; talmente posticcia da lasciare lo spettatore, prima ancora che perplesso, con uno sbadiglio. Ruoli minori riservati anche a Roberto Citran e Michele Placido, con un cameo di Massimo Ranieri nella parte di sé stesso; sceneggiatura: Venier, AGG, Michele Pellegrini e Davide Lantieri. Tirata via, infine, la sottotrama sentimentale fra i ragazzi, che poteva forse fornire qualche spunto in più per dare vitalità e verosimiglianza alla storia; nel complesso non un lavoro da dimenticare, specie considerando l’ottima intesa fra AGG, ma certo poco memorabile. 3,5/10.
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