Regia di Salvo Ficarra, Valentino Picone vedi scheda film
Sicilia, giorni nostri. Un prete insegue un ladruncolo; i due, senza capire come sia stato possibile, si ritrovano all’improvviso nella Palestina dell’anno zero. Senza timore alcuno avranno a che fare con Erode, Giuseppe e Maria.
Per la sesta volta in 12 anni, dal 2007 de Il 7 e l’8, tornano sul grande schermo Ficarra e Picone, davanti e dietro la macchina da presa; se si considera poi Nati stanchi (2002), questo è il settimo lungometraggio che ha come protagonisti i due comici siciliani. Al di là di un’intesa ormai più che solida e di una vena ironica sempre garbata, questo lavoro non offre comunque granché di memorabile. Anzi: Il primo Natale mostra probabilmente la coppia nel suo momento finora peggiore, un po’ stanca nel ripetere i soliti cliché e inserita in una storia che sa effettivamente di già visto (nulla a che fare con il Brian di Nazareth dei Monty Python’s, a ogni modo, nonostante i presupposti della trama) fin dal primo fotogramma. Le gag con San Giuseppe, preso bonariamente in giro per il fatto di allevare un figlio non suo, sanno per forza di cose di stantio e allo stesso modo la ricerca di toni da grande pubblico, incluso in tutto ciò un lieto fine accomodante, appare scarsamente coraggiosa e altrettanto interessante. Ficarra e Picone ce la mettono tutta e le loro dinamiche funzionano, certo; ma il film non offre molto altro, nonostante al loro fianco in fase di sceneggiatura si siano aggiunti Nicola Guaglianone e Fabrizio Testini, e nonostante la presenza di un direttore della fotografia prestigioso quale Daniele Ciprì. Nel cast artistico invece l’unico nome degno di nota oltre a quelli dei due protagonisti/registi/sceneggiatori è quello di Massimo Popolizio. Se l’esito sullo schermo è dunque scialbo, non si può purtroppo dire che i presupposti della storia lasciassero sperare tanto di meglio. 2,5/10.
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