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Il primo Natale

Regia di Salvo Ficarra, Valentino Picone vedi scheda film

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La recensione su Il primo Natale

di YellowBastard
5 stelle

C’era una volta il cinepanettone.

Ma con il declino dei suoi maggiori alfieri (Massimo Boldi & Christian de Sica) sembra che il cinema italiano lo abbia ormai abbandonato in favore di nuove interazioni, delle quale fan parte le pellicole a uso e consumo dei nostri maggiori comici televisivi, a partire proprio dal fenomeno Checco Zelone ma che ha avuto negli anni già dei precedenti illustri (da Pieraccioni al trio Aldo, Giovanni & Giacomo).

In un momento nel quale nessuno, in Italia, si è deciso di uscire con un film natalizio il duo comico Ficarra & Picone coglie la palla al balzo e, unendo due generi di facile consumo durante le feste, propone la propria versione di film di Natale.

 

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Il duo comico siciliano tornano al cinema con la consueta formula nazional-popolare ormai consolidata in tutti questi anni (il loro primo film, Nati stanchi, è addirittura del 2002) con il loro divertimento senza eccessive pretese ma stabile e quadrato, ben fondato sul mestierando di anni di attività, soprattutto in Tv, capace di mettere d’accordo un pò tutti e disinnescando fin da subito una qualsiasi critica eccessivamente dissacrante, minimazzandone gli aspetti più seri che si nascondono sotto la favola natalizia e buonista della storia, per scrivere invece una commedia più leggera, volta a conquistare il maggior pubblico possibile (come da loro affermato il film è sia per i laici che per i credenti, senza alcuna distinzione) ma è innegabile che un pò di coraggio in più non avrebbe certo guastato ma, in definitiva, il genere di comicità della coppia dietro a una parvenza di scorrettezza si è sempre rivelata in realtà molto più accomodante, tutto sommato innocua e inoffensiva, quindi incapace di offendere davvero qualcuno, di quanto in realtà vorrebbero far credere.

Che poi è una mancanza, se così vogliamo considerarla, che si ritrova nella maggior parte dei loro lavori, anche cinematografici, e che quindi ritroviamo anche in questo film.

 

Prendendo come punto di partenza il ben visibile Non ci resta che piangere della celebre coppia Massimo Troisi/Roberto Benigni , la pellicola dei neo-registi non poteva certo confrontarsi ad ad armi pari con una tale ambizione, ne noi spettatori potevamo pretendere che potessero farlo, ma si poteva comunque evitare la poca brillantezza in scrittura ne, nonostante sia la loro opera prima, per la tecnica ma il film manca anche e soprattutto di ritmo e di trovate originali e/o davvero divertenti che ci si aspetterebbe invece da un loro film.

Certo si ride ma a singhiozzo e, troppo spesso, certe trovate sembrerebbero forzate o quasi.

Il film si lascia comunque guardare ma manca di una vera originalità, tutto sembra una versione personalizzata, adattatta alle caratteristiche comiche della coppia, di cose già viste e riviste.

 

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Non tutto è da buttare,anzi. L’ambientazione è resa benissimo come anche la sua resa e la stessa Betlemme, per quanto stereotipata, è stata ricostruita con grandissima cura ed efficacia in Marocco, come degno di lode sono anche i costumi realizzati da Cristina Francioni o le scenografie ad opera di Francesco Fringeri, tutte maestranze italiane che sono rese davvero al meglio.

 

E se anche i personaggi secondari, come anche i protagonisti che ricalcano piuttosto pedissequamente le caratteristiche dei loro interpreti, risultano piuttosto anonimi e piatti ad eccellere è la figura di Erode del grande caratterista Massimo Popolizio che si diverte un mondo (e si vede) nel tratteggiare in modo autoironico e accattivante un cattivo così iconico e dalle mille sfumature come il Re di Giudea ai tempi dell'occupazione romana.

 

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VOTO: 5,5

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