Regia di Andrew Patterson vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019 - SELEZIONE UFFICIALE
Una insistente inquadratura puntata su un vecchio televisore, in qualche modo ci costringe a trasferirci verso la fine degli anni '50, ove, in una cittadina qualsiasi del Nuovo Messico, gli abitanti si stanno preparando per andare ad assistere una partita di pallacanestro, funestata da una serie di contrattempi di tipo organizzativo che alcuni anziani dirottano sulla presenza molesta di un piccolo roditore dalle spiccate doti distruttive.
In quel contesto, la macchia segue i dialoghi fitti e concitati di due giovani, Everett e Fay, rispettivamente il dj della radio locale e una timida ma loquace centralinista che, conversando sulla via del ritorno a casa, scoprono l'esistenza di una misteriosa frequenza di probabile origine extraterrestre che farà cambiare completamente il destini dei due.
Di fatto il film, omaggio alla fantascienza anni '50, celebra uno sviluppo tutto particolare che assume i toni straniati di un thriller che indulge sui dialoghi e che insegue i suoi protagonisti nella loro lenta, naturale presa di coscienza di ciò che da chissà dove sta cercando di infiltrarsi nel loro ambiente, tra le loro esistenze.
Più interessante che riuscito, più curioso che appassionante, il film, un pò prolisso e tergiversante, opera prima di Andrew Patterson - che dice di essersi voluto ispirare, nel suo concentrare la vicenda lungo il corso di una sola notte, al Michael Mann dell'ammirato Collateral - dà il meglio di sé quando mette nella bocca dei suoi protagonisti, aspetti o vicissitudini di un futuro, che poi è l'attuale nostro presente, che diviene, nell'immaginazione dei due protagonisti, qualcosa di esattamente l'opposto rispetto a ciò che si è verificato.
Una realtà preventivata che si dimostra come diametralmente opposta rispetto alla effettiva futura evoluzione che da quegli anni ci avrebbe portato, poco per volta, dall'esperienza analogica a quella digitale.
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