Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Non è affatto una parodia di "Il giorno più lungo": qui si tratta della prima guerra mondiale. Addirittura un centinaio di attori (bell'episodio di solidarietà nel mondo dello spettacolo italiano) attorniano Franchi e Ingrassia, quasi agli inizi della carriera, che fanno un'ottima figura. Così pure Walter Chiari, avvocato... difensore? Mica tanto.
IL GIORNO PIU' CORTO (1963)
Il titolo si rifà al colossale "Il giorno più lungo" che uscì nello stesso anno (con una trentina di famosi attori in piccole partecipazioni) e trattava della seconda guerra mondiale (sbarco in Normandia); qui invece si fa riferimento alla prima, quella di cui fino al 1976 festeggiavamo esplicitamente "la vittoria".
E Sergio Corbucci ha a propria disposizione (è un record) circa un centinaio di attori, fra i quali molti dei più noti nel nostro paese mezzo secolo fa, che si prestano a far da comparse o poco più: qualcuno non pronuncia neppure una battuta e la più parte si limita a brevi o brevissimi ruoli peraltro resi significativi proprio da quei volti e dalle loro capacità espressive.
Se si riesce a non farsi distrarre dalla loro notorietà, emergerà però che non si tratta affatto di un film "corale": ci sono invece due protagonisti assoluti (Franco e Ciccio). E alcuni comprimari, assai pochi: innanzi tutto Walter Chiari (avvocato difensore dei due) e Virna Lisi (che vuole a tutti i costi far parte dell'esercito: si chiama Naja); e anche Nino Taranto (la mafia cui nulla sfugge) e Raimondo Vianello (l'inflessibile Von Gassman: "Chi sbaglia paga!").
Tutti all'altezza, bravi e simpatici, anche Virna, qui in una parte più vispa di quelle dei suoi primi anni; e naturalmente molto bella.
Tutte le altre sono apparizioni o poco più. Che però oggi assumono - almeno per me - un fascino sentimentalmente notevole: infatti mi riprometto, non appena ripassi in tv questo film, di registrarlo.
I due protagonisti Franco Franchi e Ciccio Ingrassia sono in campo dall'inizio alla fine e fanno un'ottima figura.
Dico subito che non sono un loro conoscitore, ammetto di averli sempre "snobbati" (come fu per Adriano Celentano) e non credo di aver visto in sala neppure uno dei loro tanti film, almeno come coppia. Li ricordo però da soli: un ottimo Ciccio Ingrassia nell' "Amarcord" di Federico Fellini e un altrettanto ottimo Franco Franchi in "Ultimo tango a Zagarol" di Nando Cicero.
Non si creda però che io sia un loro detrattore, tutt'altro. Molte gags di questa coppia comica le ho apprezzate in televisione e da esse mi è parso di veder esserci le basi per far ridere ogni platea giacchè, oltre a trattarsi di due tipi fisici "destinati" a stare insieme (come Stanllio e Ollio), possedevano i "fondamentali": si capiva che avevano alle spalle - e forse furono gli ultimi - l'avanspettacolo.
Non sono dunque influenzato, credo, nel mio giudizio positivo, dal loro grande successo di pubblico, con record di incassi in particolare nella seconda metà degli anni sessanta. Questo film viene prima (alle spalle avevano soltanto due film come protagonisti) e, diretta con la solita sicurezza da Corbucci, la coppia è veramente impeccabile, talora esilarante ma soprattutto senza cadute di tono nè eccessi che sarebbero fuori luogo, specialmente nella seconda parte, quella della guerra, che è forse la migliore. Anche il bianco e nero, scelta opportuna, aiuta e si ride o si sorride in misura consona: commedia, parodia, farsa? Commedia direi; ma nulla di più: questo film non ha certo la pretesa di rivaleggiare con il capolavoro "La grande guerra" del '59 di Monicelli che seppe toccare pure le corde della tragedia con perfetto irripetibile equilibrio.
Circa la trama del film: In Sicilia "l'ex Capannelle" (Carlo Pisacane) tira le cuoia attorniato dalla sua grande "famiglia" che preme per conoscere le sue ultime volontà: chi sarà l'erede? Nino Taranto, di tutto naturalmente.. Ciccio chiede qualcosa anche per sè ed ottiene come "lascito" un orfano che ha bisogno di qualcuno che gli faccia da padre: é Franco, ben contento di aver trovato un genitore. Non entusiasta, Ciccio cercherà di non averlo sempre tra i piedi ma la "famiglia" ha regole inflessibili ed è dovunque, anche al fronte sbuca Nino Taranto a pretenderne la rigorosa applicazione. Al fronte ci sono finiti, Franco e il suo "babbo", dopo una serie di peripezie. E finiranno per trovarsi nelle fila nemiche dove, travestiti da austriaci, prima sfuggiranno alle grinfie del "terribile" Maresciallo Von Gassman e poi distruggeranno, fortunosamente, un micidiale cannone nemico volgendo così a nostro favore le sorti di una battaglia determinante per l'esito finale della guerra. Ma sono nelle mani, a causa del loro travestimento, della corte marziale e, ancor peggio, del loro avvocato difensore Walter Chiari.
Dunque, oltre all'augurio per tutti di "pace e bene!" lanciato dal frate Totò alla fine del film, due sono i messaggi: alla mafia non si sfugge.. e...attenzione agli avvocati!
Sergio Corbucci e 88 attori: un bell'episodio. La storica Titanus della famiglia Lombardo nel 1962/1963 è sulla soglia del fallimento, specie a causa di due film in perdita: "Sodoma e Gomorra", ingenti investimenti ma flop al botteghino, è già un fatto compiuto; e poi c'è "Il Gattopardo", per la cui produzione le spese sono state enormi, che ancora - dopo un paio d'anni di gestazione - non è pronto per la distribuzione. Corbucci tenta una "operazione salvataggio" rivolgendosi a tutti gli attori che operano nel cinema italiano e questi rispondono alla grande: ben 88 di loro presteranno la loro opera gratuitamente per questo film. Si conta naturalmente che tanti nomi noti rappresentino un grande richiamo per il pubblico, che si aggiunga alla previsione di un favorevole riscontro di cui già si può essere certi in quel periodo con la coppia Franchi / Ingrassia. E in effetti "Il giorno più corto" conseguirà un incasso ragguardevole per l'epoca (470 milioni di lire) benchè inferiore a quelli di alcuni film successivi della coppia (che si avvicineranno anche al miliardo): dunque una notevole boccata d'ossigeno e una bella dimostrazione di amicizia e di riconoscenza per Goffredo Lombardo. Un esempio di solidarietà nel mondo dello spettacolo - non so se unico - che mi sembra meritevole di essere ricordato.
"Il Gattopardo" registrerà poi i migliori incassi in Italia in quell'anno 1963, due miliardi e trecento milioni di lire, a fronte però di una spesa ben superiore: tre miliardi. Il fallimento si rivelerà inevitabile ma Goffredo vi farà fronte anche con la gran parte del suo patrimonio personale, trovandosi comunque costretto l'anno successivo a rinunciare alla produzione. La Titanus rimarrà ma occupandosi solo di distribuzione per oltre 10 anni per poi riprendere con prodotti per la televisione. Goffredo Lombardo, deceduto 10 anni fa, lasciò al figlio Guido la gloriosa Titanus, ancora in vita dopo oltre 110 anni dalla sua fondazione.
In nota (1) troverete l'elenco completo di tutti quegli attori, in realtà circa un centinaio, forse perchè un certo numero di essi parteciparono come "non accreditati". Non so dire se anche i due protagonisti Franchi e Ingrassia prestarono la loro attività a titolo gratuito, ma non mi sento di escluderlo stando a quel che si legge della coppia: entrambi erano ritenuti "parsimoniosi" come loro stile di vita ma anche generosi.
Questo film mi sembra abbastanza ignorato anche nella fase recente di rivalutazione di parte delle pellicole di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Per quel pochissimo che conti, la mia "personale" rivalutazione è dimostrata dal mio voto, nell'area della positività senza dubbio alcuno, con mezza stella forse dovuta all'iniziativa "Corbucci + 88": quattro stelle, in definitiva.
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(1)
Per mia memoria ed eventualmente per gli altri interessati riporto qui di seguito in ordine alfabetico tutti gli attori di questo film (e, se individuati, i loro ruoli):
Antonio ACQUA (aiutante di campo) - Anouk AIMÉE (crocerossina)- Ángel ARANDA (ufficiale) - Maurizio ARENA (soldato nascosto nel pagliaio) - Franco BALDUCCI (soldato austriaco) - Peter BALDWIN - Roland BARTROP - Rik BATTAGLIA (soldato austriaco) - Jean-Paul BELMONDO (erede siciliano) - Warner BENTIVEGNA (ufficiale tedesco) - Franca BETTOJA - Luisella BONI (crocerossina) - Pierre BRICE (ufficiale austriaco) - Lilla BRIGNONE (capo crocerossina) - Aldo BUFI LANDI (soldato nascosto nel pagliaio) - Gino BUZZANCA (guardia del corpo mafiosa) - Vittorio CAPRIOLI (bersagliere alla stazione) - Memmo CAROTENUTO (sergente bonaccione) - Nino CASTELNUOVO (corteggiatore) - Gino CERVI (Colonnello Daini) - Walter CHIARI (avvocato difensore) - Franco CITTI (fante romano) - Rossella COMO (infermiera) - Valentina CORTESE - Mark DAMON (ufficiale austriaco) - Eduardo DE FILIPPO (mafioso) - Peppino DE FILIPPO (zio Peppino) - Lorella DE LUCA (erede siciliana) - Aldo FABRIZI (facchino) - Franco FABRIZI (ferito con la borsa del ghiaccio) - Sergio FANTONI (aiutante del colonnello) - Alberto FARNESE (aiutante del colonnello) - Paolo FERRARI (soldato imbroglione) - Gabriele FERZETTI (tenente in trincea) - Fiorenzo FIORENTINI (balbuziente) - Franco FRANCHI (Franco Lo Grugno) - Giacomo FURIA (guardia del corpo mafiosa) - Scilla GABEL (l'amante di un soldato) - Cristina GAIONI (presentatrice timida) - Gianni GARKO (uomo in attesa alla stazione) - Ivo GARRANI (erede siciliano) - Giuliano GEMMA (soldato) - Franco GIACOBINI (sergente maggiore) - Annie GIRARDOT (infermiera) - Ennio GIROLAMI (soldato) - Mario GIROTTI (soldato austriaco) - Massimo GIROTTI (capitano alla finestra) - Aldo GIUFFRÉ (uno degli eredi siciliani) - Claudio GORA (capitano di guardia) - Stewart GRANGER (avvocato) - Gérard HERTER (colonnello comandante) - Ciccio INGRASSIA (Francesco Coppola) - Sylva KOSCINA - Frank LATIMORE (un soldato siciliano) - Philippe LEROY (soldato) - Virna LISI (Naja) - Antonella LUALDI (venditrice di fiori) - Folco LULLI (ufficiale a teatro) - Piero LULLI (ufficiale a teatro) - Alberto LUPO (ufficiale) - Erminio MACARIO (soldato alla cucina) - Ettore MANNI (Ettore) - Renata MAURO (erede siciliana) - Dino MELE (Dino) - Tomas MILIAN - Sandra MILO (erede siciliana) - Sandra MONDAINI (erede siciliana) - Rina MORELLI (madre di Dino) - Francesco MULÉ (soldato ferito) - Tiberio MURGIA (soldato) - Amedeo NAZZARI (soldato strabico col pallottoliere) - David NIVEN ♦ - Ilaria OCCHINI (crocerossina) - Umberto ORSINI (soldato combattente) - Paolo PANELLI (soldato imbroglione) - Dany PARÍS (persona in attesa alla stazione) - Luigi PAVESE (giudice della corte marziale) - Emilio PERICOLI (soldato) - Walter PIDGEON (Ernest Hemingway) - Carlo PISACANE (zio Michele) - Steve REEVES ♦ - Teddy RENO (soldato di Trieste) - Nora RICCI (una donna in attesa alla stazione) - Roberto RISSO (soldato austriaco) - Mac RONEY (mago Maccheroni) - Stelvio ROSI (soldato austriaco) - Giacomo ROSSI STUART (soldato austriaco) - Luciano SALCE (ufficiale tedesco) - Renato SALVATORI (soldato) - Yvonne SANSON (moglie del balbuziente) - Gordon SCOTT (soldato) - Joe SENTIERI (soldato) - Massimo SERATO (ufficiale) - Jacques SERNAS (tenente Fiorelli) - Simone SIGNORET ♦ - Franco SPORTELLI (avvocato dell'accusa) - Paolo STOPPA (padre di Dino) - Susan STRASBERG - Nino TARANTO (mafioso) - Nino TERZO (guardia del corpo mafiosa) - Aroldo TIERI (interprete) - Gabriele TINTI (bersagliere) - Ugo TOGNAZZI (pecoraio) - TOTÒ (frate bersagliere) - Fausto TOZZI (uno dei soldati combattenti) - Max TURILLI (ufficiale austriaco sulle scale) - Franca VALERI (moglie del bersagliere alla stazione) - Romolo VALLI (il capitano) - Raimondo VIANELLO (Il Maresciallo austriaco Von Gassman) - Enrico VIARISIO (erede siciliano) - Franco VOLPI - Fred WILLIAMS (attendente di Von Gassman) - Lia ZOPPELLI (erede siciliana).
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♦ = Tre attori (non italiani) la cui partecipazione è dubbia: io non li ho riconosciuti e la loro presenza è segnalata da una sola fonte web.
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