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Tales from the Lodge

Regia di Abigail Blackmore vedi scheda film

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La recensione su Tales from the Lodge

di undying
1 stelle

Esordio di una regista britannica dalle idee a dir poco confuse. Irriverente ma in senso stupido, Tales from the lodge nasconde dietro la confezione di horror una commedia mancata. Non fa paura, nonostante i vari siparietti (i racconti dei protagonisti) e nemmeno lontanamente ridere.

 

locandina

Tales from the Lodge (2019): locandina

 

In una casa isolata, nell'Inghilterra rurale, sei persone si ritrovano per disperdere le ceneri di Jonesy, un amico che tre anni prima si è suicidato in laghetto vicino, destinato ora a ricevere quel che resta del suo corpo. L'unica estranea al gruppo è Miki (Kelly Wenham), attuale compagna di Paul (Dustin Demri-Burns). La funzione commemorativa viene svolta in maniera irriverente, tra fumo, alcol e battute ironiche. I sei poi si raccontano storielle macabre, fino a quando scoprono che un maniaco sembra averli presi di mira. 

 

Kelly Wenham

Tales from the Lodge (2019): Kelly Wenham

 

Inenarrabile vaccata, che rappresenta l'esordio in regia dell'impreparata Abigail Blackmore, già coinvolta come attrice e sceneggiatrice nei misconosciuti Blind date (2010) e Vintage blood (2015), due titoli che non vien certo voglia di recuperare. Scritto malissimo, girato in peggior modo, Tales from the lodge è attraversato da una demenziale tendenza al dissacrante, che raggiunge il suo nadir nella dispersione delle ceneri. Mai horror e nemmeno thriller, propone quattro o cinque brevissimi segmenti completamente incongruenti (il peggiore è quello sull'apocalisse degli zombi, a pari merito con la casa stregata visitata da Amanda). Gli inserti stonano con la povera trama che conduce a un finale confusionario e indifendibile. Come l'intero film. Gli attori sono bravi, ma al servizio di una disastrosa regista e scrittrice, priva di fantasia e originalità. Facciamoci coraggio, perché se questi sono i nuovi cineasti inglesi, la Gran Bretagna supera alla grande la superficialità e la miseria (anche economica) delle produzioni indipendenti italiane. Un miscuglio di idee male assortite, e un taglio da commedia mancato, ne fanno un unicum del genere falso - e bruttissimo - horror (va però detto che, le locandine, non traggono in inganno).

 

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"Le spoglie dei defunti non si seppelliscono, ma si bruciano, perché non cagionino pesti, e si convertano in fuoco, materia nobile e vivente che discende dal sole per risalire al sole, e anche perché sia impedita ogni ragione d’idolatria." (Tommaso Moro)

 

Trailer

 

F.P. 29/06/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 93'10")

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