Regia di Travis Stevens vedi scheda film
Esordio in regia per un produttore cinematografico, particolarmente ispirato da una stupenda sceneggiatura. Il tema, classico e non certo nuovo, viene qui trattato con elegante originalità.
Mentre la moglie Liz (Trieste Kelly Dunn) è lontana, a riposo e ormai in prossimità di dare alla luce un bambino, Donald Koch (C.M.Punk) si occupa di restaurare la villa in stile vittoriano appena comprata. In attesa di un aiuto da parte dell'amico Milo, Donald condivide le sue giornate in compagnia di Cooper, suo fidato pastore tedesco. Tra sanitari che non c'è modo di riparare, un buco nel muro che riaffiora con costanza e biglie di vetro di varie dimensioni che spuntano da ogni angolo, Donald è sul punto di impazzire. La goccia che fa traboccare il vaso la fornisce la graziosa Sarah (Sarah Brooks): una dolce ragazza del quartiere che, senza troppi complimenti, finisce per piantarsi nel suo letto. Donald, attratto dalla bellezza di Sarah, cede alla tentazione, per una sola notte. Quando però la ragazza inizia a far pesare quel che è successo, per Donald le cose prendono una brutta piega, tanto più quando trova il povero Cooper, a pezzi, in lavatrice.
"Actions have conseguence..." (Sarah)
Il produttore Travis Stevens (XX - Donne da morire, Starry eyes, The Thompson, Little Deaths, Summers moon) decide di esordire in regia, portando sullo schermo un'opera dalle forti connotazioni letterarie. Una storia gotica, che sembra uscire dalla creatività romantica (e tragica) del miglior Edgar Allan Poe. Girl on the third floor si colloca nel filone delle case infestate, di più tradizionale impostazione. Cose tipo The old dark house, La casa sulla scogliera, Gli invasati, Danza macabra, per stare sul classico. Ma anche Sentinel, The changeling e -soprattutto- il misconosciuto The haunting of Alice D. Con un secondo tempo, però, imprevedibile e ricco di effetti speciali (mai disgustosi, anche se un paio splatter) e girato in stato di grazia. Stevens conferisce un lieve strato di ironia agli eventi macabri, che contribuisce -inaspettatamente- a rendere più impressionanti i due o tre twist narrativi, in grado di lasciare letteralmente sorpresi.
In Girl on the third floor, grazie anche all'allucinata performance di C.M.Punk (scelto probabilmente per la vaga somiglianza con Bruce Campbell), è possibile ritrovare anche elementi visionari degni del Sam Raimi di Evil dead. E il fatto che il protagonista sia un bastardo di prima scelta (ma lo scopriremo solo a proiezione avanzata), tanto da arrivare ad appropriarsi truffaldinamente di fondi pensione per arricchirsi, permette al regista di fare impennare il film, fino ad arrivare a proporre la "haunted house" come luogo di prova o purgatorio, riservato solo e soltanto a chi -quell'infernale pena- se l'è meritata. La bella sceneggiatura trova qui un felice insieme di fattori concomitanti a renderla più che affascinante: l'eccezionale fotografia, le interpretazioni talvolta -giustamente- sopra le righe, gli effetti speciali ma, soprattutto, la dinamica e fluida regia (sublime il piano sequenza del party finale, nel quale l'ignara moglie Liz si muove passando di stanza in stanza, in un contesto di singolarità spazio-temporale, nella quale passato e presente si incrociano, sovrapponendosi). Un horror realizzato con stile, privo di cattivo gusto e in grado di sfruttare al meglio l'enorme potenzialità di un tema (la casa infestata) da sempre coinvolgente e appassionante.
Dolci metà
Liz, senza preavviso, si presenta a casa, non trovando Donald. Pensando che sia andato a portare il cane a passeggio si confida con l'anziana vicina di casa, Ellie Mueller (Karen Woditsch).
Liz: "Mio marito è un coglione."
Ellie: "Non sei la prima moglie che lo dice."
"Il matrimonio non è il paradiso né l’inferno; è semplicemente il purgatorio."(Abraham Lincoln)
F.P. 30/10/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 92')
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