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La ragazza del terzo piano

Regia di Travis Stevens vedi scheda film

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Yayas82

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La recensione su La ragazza del terzo piano

di Yayas82
8 stelle

Decisamente il mio genere, ricorda vagamente la casa di Raimi. Non siamo però di fronte a qualcosa di così frenetico, diciamo che è una ghost story molto fisica dove il gore e il weired la fanno da padroni. Ottime le invenzioni visive, buono il mistero. Gli ultimi 30 minuti sono una delle discese nel caos migliori degli ultimi 10 anni.

Davvero una bella sorpresa questo film dal titolo scemo (per una volta non è colpa di noi italiani, il titolo è proprio il suo). Credevo non ne avrei più visti di film di questa razza, invece Stevens ci regala un bell'horror che ha la stravaganza e la disinvoltura di certi film degli anni 80 senza gridare anni 80 da tutte le parti. Niente roba retrò nella messa in scena (se non volete contare come roba retrò gli effetti speciali artigianali, ma in quel caso siete brutte persone e vi meritate tutta la cgi del mondo), nessun sentimento nostalgico, nessuna citazione. Anche quando Stevens scimmiotta Raimi lo fa con uno stile innegabile e senza nessun tuffo nel passato.

In generale il regista fa un ottimo lavoro: usa le carte di una narrazione moderna, rievoca atmosfere che tradisce poi senza rimpianti e senza chiedere scusa e srotola la sua trama con mestiere ma con il dono della sintesi.

Ti porta a spasso per la storia finché a metà della narrazione ti accorgi di non aver capito nulla, che tutta l'idea che ti eri fatto sul film erano preconcetti e ti arrendi al fatto che il suo genere non è così ovvio.

Curiosamente Stevens riesce a mostrarci un serraglio di presenze umane del tutto prive di psicologia e personalità; intendiamoci i personaggi non sono bidimensionali ma anzi piuttosto interessanti, solo che sentimenti o psicologia non fanno parte dell'equazione. I personaggi di Stevens sono fatti solo della loro presenza fisica e delle azioni che compiono. Sono definiti delle azioni che compiono.

E questa cosa funziona alla perfezione, rende il tutto più interessante: ci si riesce a immedesimare nel protagonista e a disinnamorsi di lui alla velocità della luce seguendo la narrazione in ogni sua curva. E si riesce quasi ad eleggerli ad archetipi (e la storia a parabola) anche se è difficile dire di cosa.

 

Ero davvero stanca di aver a disposizione solo due scelte in campo horror: o film che volevano essere eccessivi per forza, con l'unico scopo di scioccare lo spettatore o buone storie però più pulite ed educate del dovuto perché volevano guadagnarsi il main stream.

E intendiamoci di roba bella ne è uscita comunque tanta da entrambe le fazioni ma mancava all'appello un film come questo.

Siamo di fronte a qualcosa che, come ho detto, credevo perduto: un horror mai comedy ma che si diverte, tutto sommato innocuo, sornione ma tutt'altro che educato.

E neanche Stevens avesse voluto cucirmelo addosso, il film gioca con le mie tre materie preferite negli horror, che non credevo neanche conciliabili: il mistery delle ghost story, i calendoscopi di invenzioni visive folli e vomitevoli e il body horror. E lo fa bene, senza soluzione di continuità.

Come ciliegina sulla torta gli ultimi 30 minuti sono una delle discese nel caos più pure degli ultimi anni, da rivedere in loop per giorni.

 

Ovviamente questo entusiasmo è del tutto personale, come ho già detto questo film sembra cucito su misura per me ma resta il fatto che il regista va tenuto d'occhio e che il film è buono e riesce ad essere esattamente ciò che vuole. Se escludiamo l'assurdità di base del "ho visto lo schifo e l'orrore fra queste mura ma, ehi, è casa mia e resto qui" la trama scorre senza forzature. Gli effetti speciali sono ottimi. Gli attori tra alti e bassi fanno bene il loro lavoro. Si c'è un finalino con spiegone e moralina ma è molto breve.

 

Insomma vedetelo, non può farvi male, sempre non abbiate lo stomaco delicato ovviamente.

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