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e Dio disse a Caino...

Regia di Antonio Margheriti vedi scheda film

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daniele64

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La recensione su e Dio disse a Caino...

di daniele64
7 stelle

Western goticheggiante...

Prima vi dico una curiosità che non sanno in molti , strana ma conclamata . Questo film ha una trama molto simile e personaggi con nomi  addirittura identici ad un altro Spaghetti Western ( " Uno straniero a Paso Bravo " ) , antecedente di un anno e scritto da sceneggiatori diversi . Ma a dispetto di una sceneggiatura che è poco più dell' abbozzo di una storia di ordinaria vendetta come tante e di un cast privo di nomi eccellenti , l' abile Antonio Margheriti riesce a costruire una pellicola anomala ed abbastanza convincente . L' anomalia principale sta nell' atmosfera: dopo il prologo nell' assolato e desertico penitenziario, si passa ad una lunga sfida notturna , tutta concentrata tra il tramonto e l' alba , in un piccolo villaggio sferzato da un provvidenziale tornado . Le atmosfere cupe e male illuminate del cimitero sotterraneo , delle casupole scricchiolanti e della tetra chiesuola scampanante danno un tocco quasi orrorifico alla vicenda , in cui si succedono ininterrottamente le morti più o meno pittoresche dei numerosi ( e stupidi ) scagnozzi dell' antagonista . La parte finale contiene perfino reminiscenze da tragedia greca , prima dell' immancabile resa dei conti , faccia a faccia , da uomo a uomo , tra i due avversari , che si gioca in una camera piena di specchi e tra le fiamme . Klaus Kinski ha qui , forse per l' unica volta nella sua lunga carriera , il ruolo del " protagonista buono " , anche se di poche parole e con lo sguardo perennemente allucinato dalla smania di vendetta . Il suo antagonista è l' attore tedesco Peter Carsten , poco conosciuto in Italia ma assai efficace nella parte dell' ambizioso possidente che progetta un futuro glorioso per l' amato , unico figlio . Nel contorno abbiamo poi altri nomi poco noti , come il giovane Antonio Cantafora ( più conosciuto forse come Michael Coby ) , la bella Marcella Michelangeli , il tetro Luciano Pigozzi , lo statuario Guido Lollobrigida ed il vecchietto Franco Giulà , tutti comunque molto efficienti alla causa . Fanno da sottofondo le buone musiche di Carlo Savina . Nel complesso , per le riuscita commistione tra western e gotico , può valere anche un bel 7 .

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