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Tolo Tolo

Regia di Checco Zalone vedi scheda film

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La recensione su Tolo Tolo

di Furetto60
4 stelle

Ultimo film di Checco Zalone. Non diverte e non graffia

Imprenditore che ama “sognare”, ma non ha i piedi per terra e le sue idee bislacche si rivelano fallimentari, Checco Zalone è di fatto un fallito, che ha condotto tutta la sua famiglia e i parenti sul lastrico, inseguendo il sogno di aprire un sushi nella patria pugliese della carne. cosi tallonato dai creditori inferociti, scappa in Africa dove si arrangia come può, si rifugia in resort dove fa il cameriere, conosce prima Oumar che ama l’Italia e il cinema neorealista e poi un’affascinante donna di colore nome Idjaba e il piccolo Doudou.Questi occasionali amici di sventura,saranno i compagni di viaggio con cui affronta peripezie di ogni tipo,si trova a fronteggiare Boko Haram e l’Isis senza minimamente accorgersi della tragicità della situazione , mentre cadono le bombe lui si preoccupa dei creditori e dei parenti che lo perseguitano al telefono, per poi alla fine cercare di tornare in Europa insieme a un gruppo di migranti africani. Un calvario che si conclude su un barchino e poi con llo smistamento territoriale dei disperati fatto mediante un bussolotto con le palline dei vari stati come il sorteggio di Champions League. Dopo quattro film di successo Luca Medici in arte Checco Zalone con "Tolo Tolo"  è passato anche dietro la macchina da presa insieme a Paolo Virzì, che qui firma con il protagonista/regista il soggetto e la sceneggiatura. Ora a parte i tanti commenti elogiativi che si sprecano in rete, leggo solo pochissime recensioni severe, eccezion fatta per gli amici Leman alias Lorenzo e George Smiley,che non lesinano commenti al vetriolo, gli altri sembrano entusiasti ed estasiati per un film che invece a parer mio, è effettivamente un passo falso per Zalone. Mi sembra un' opera sospesa in un limbo,né carne né pesce, coltiva velleità di impegno, ma frana rovinosamente, senza neanche riuscire a far ridere. La storia inverosimile e costellata di improbabili vicissitudini, affastellate disordinatamente senza una cronologia logica e anche appesantite da una regia poco fluida, e molto incerta. Checco Zalone al secolo Luca Medici è un buon comico e una gradevole maschera dei nostri tempi, di grande simpatia e arguzia:anche qui non mancano gag e battute, anche se poche stavolta vanno a segno, divertente il siparietto del vero Nichi Vendola che ironicamente fa il verso a se stesso. Tolo Tolo però non convince,manca ritmo, i tempi comici non sono rispettati come in altre esperienze cinematografiche, alcune scene sono arrabattate senza cura. il film è decisamente squilibrato e sgangherato, con buona pace di critici che parlano di un Zalone più maturo e impegnato.

Ogni artista ha il sacrosanto diritto di sperimentare e trovare nuovi percorsi: ma qui non si intravede una strategia di racconto precisa, bensì solo un tentativo goffo e maldestro di fare satira, sull’’attualità politica nostrana, vedi il disoccupato dalla folgorante carriera che diventa presidente e gli “attacchi di fascismo” «che sono causati dal caldo e lo stress e che si curano con l’amore»il film non ha una fisionomia precisa, è disordinato e confuso. 

Checco è sempre lo stesso,spudoratamente ignorante, vittima dello Stato, che strangola gli imprenditori con mille balzelli, un po’ cialtrone e un po’ buon samaritano, continua a fare il verso all’Alberto Sordi? di ‘Storia di un italiano’,un modello che lo stesso attore e neo-regista pugliese rivendica, ma da cui ahimè resta lontanissimo. Stavolta la commedia zoppica e scricchiola vistosamente e diventa amara senza riuscire a graffiare,tra momenti addirittura onirici, affidati al musical, e grottesche situazioni in cui il protagonista, posseduto dallo spirito del duce lo scimmiotta pateticamente e una scena modello “Mary Poppins” col nostroattorniato da cartoni animati, Tra alti e bassi, tra momenti più anzi forse meno, comici, il film scorre via a fatica. Il prodotto cinematografico con i tantissimi difetti e i pochi pregi è tutto suo, a lui va il plauso di aver osato intraprendere un percorso cinematografico nuovo,ma a lui si deve anche ascrivere, un risultato assolutamente insoddisfacente.

 

 

 

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