Regia di Checco Zalone vedi scheda film
Fallito il tentativo di aprire un ristorante in Puglia, un piccolo imprenditore pieno di debiti sogna di rifarsi una vita in Africa. E parte...
Dopo gli esordi a Zelig, il fastidioso tormentone "Siamo una squadra fortissimi" dei Mondiali di Calcio del 2006 e il brutto esordio cinematografico CADO DALLE NUBI, quello che sembrava essere l'ennesimo, pessimo prodotto della recente televisione italiana già dalla sua seconda opera ha rivelato, invece, una voglia di satireggiare la recente cronaca italiana, tentativo di accostarsi alla tradizione della commedia politica italiana che va sostenuto. Chi meglio di lui quindi poteva affrontare in chiave ironica il fenomeno dell'immigrazione e del dramma dei barconi di clandestini?
Per tutta la parte ambientata in Africa il ritmo e la sceneggiatura reggono benissimo (complice la mano del grande Paolo Virzi?) e ci sembra di essere all'interno di un film di avventura vero e proprio infarcito però della migliore comicità possibile (una gag riuscita dietro l'altra, complice anche il fatto che, comunque, l'attore di suo è molto simpatico!), ideologicamente simile al miglior Gualtiero Jacopetti, cioè che sembra razzista nei confronti di tutti (bianchi e neri) ma, in realtà, lo è nei confronti di nessuno limitandosi a sbatterci in faccia la realtà così com'è (vi consiglio di recuperare in rete la vignetta-recensione di Ghisberto, che rende bene l'idea del lavoro di Checco), e narrativamente al miglior Claude Lelouch col suo ben dosato amalgama di avventuroso, commedia e malinconico (gli echi del bellissimo UNA VITA NON BASTA si sentono!).
Per almeno tre quarti di film abbiamo l'impressione di assistere ad un nuovo capolavoro (dal magnifico SOLE A CATINELLE in poi ormai Checco merita l'appellativo di Maestro!) finché la barca non parte...
Il problema sta in questa ultima parte di film tra balletti acquatici (che, comunque, non sono nè volgari nè offensivi come ha detto qualcuno) che partono senza ragione (la realtà si confonde col sogno? Non sarebbe neanche una cattiva idea se la cosa fosse raccontata meglio!), echi da musical (e fin qua nulla di male, negli anni '70 i drammi peggiori venivano raccontati così!) e un finale da favola (una nuova LA VITA E' BELLA?), forse (e sicuramente!) originale ma troppo infantile e con carne al fuoco che, apparentemente, sembra c'entrare nulla col resto, dando l'impressione di averlo realizzato solo perché non sapevano come farlo finire. In definitiva un prodotto almeno per metà piacevolissimo ma irrisolto. Forse un'occasione sprecata? Forse........ peccato!!!
Recensione di Davide Lingua da Verolengo
Dizionario del Turismo Cinematografico Wikipedia
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