Regia di Checco Zalone vedi scheda film
Chiariamoci: non era per nulla facile mantenere il livello su standard mediobuoni come per gli altri quattro film (con una piccola caduta secondo me in Sole a Catinelle). Dunque prima o poi doveva capitare che la spinta propulsiva si esaurisse. Tuttavia non credevo in modo così rovinoso come in questo Tolo Tolo. Partendo dalla premessa che ho sempre adorato la comicità del tamarro di Capurso, a parer mio molto più ficcante rispetto a quanto ne dicono i detrattori, non si può ripetere all'infinito sperando nello stesso effetto (pur facendo passare molti anni tra un film e l'altro).
Lo abbiamo capito. Zalone rappresenta tutti i peggiori difetti dell'italianità furba, ignorante, ladruncola, egoista e quanto di più negativamente sordiano abbiamo visto nel nostro cinema. Ma se inizialmente questi graffi politically uncorrect erano incisivi, oramai le unghie sono smussate. Tanto più inseriti in un contesto da trattare con estrema cautela come la questione dei migranti, per la quale molto meglio, a parer mio, rivedere un capolavoro come Muzungu od anche solo Mollo tutto con Pozzetto, uscito in tempi in cui le migrazioni non erano un tema così attuale come oggi (almeno quelle africane).
Tolo Tolo banalizza tutto. Le vicende umane, le relazioni personali, la politica stessa (ancora mi chiedo perchè ogni tanto gli parta un acufene e diventi Mussolini). Se ci mettiamo che l'esordio di Zalone alla regia non è particolarmente convincente, il risultato è questo: un film noioso, forzato, di cui non si attende altro che la fine. Comunque la si pensi sulla questione delle rotte migratorie dall'Africa, sui campi in Libia, e l'accoglienza in Italia (a questo proposito fondamentale è Bilal di Fabrizio Gatti, che al contrario del nostro pugliese, quella rotta l'ha fatta veramente) questo film non gli porta rispetto e non approfondisce nulla. Voto tre.
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