Regia di Checco Zalone vedi scheda film
Ho inaugurato l'anno cinematografico con la visione dell'ultimo film di Chezzo Zalone e direi che oltre al fatto che non ne vado per nulla fiera, la pellicola stessa mi ha deluso e non poco. Cullata dalla miriade di illusioni create da un trailer costruito ad-hoc, più si avvicinava la data di uscita più sembravo stranamente felice di andarlo a vedere. E invece...
Ora, proverò ad analizzare i fatti senza polemizzare. A chi osanna la genialità, esistente a intermittenza di un cabarettista che sta provando a trasformarsi in comico, dico che, per imporsi con certe idee c'è bisogno di coraggio e di un portafoglio piuttosto consistente. In un paese come il nostro dove la politica è un argomento pungente sempre all'ordine del giorno, pensare di poter fare comicità acon l'utilizzo sterile di un argomento come può essere quello dell'immigrazione senza prendersi la minima responsabilità di esplicare in modo completo e concreto il proprio pensiero, si finisce per ridicolizzare non tanto ciò di cui si parla ma il modo in cui lo si affronta.
Partendo con una denuncia piuttosto eloquente al nostro sistema finanziario, facendo scappare il protagonista dal paese natio per evadere i debiti, Zalone si lancia in quello che finisce per essere uno sproloquio sul modo di vedere l'immigrazione, di gestirla, con tanto di critica sul modo di reagire al fenomeno che stiamo vivendo e subendo da tempo, sarà per questo che si finisce per ridere sempre e comunque a denti stretti; l'argomento trattato, il fulcro del racconto, è qualcosa che sentiamo e che viviamo quotidianamente, di cui ci sentiamo parte abbastanza da sentirci ahimè mortificati dal suo tono sì ironico ma sicuramente critico e polemico, oltre ritegno.
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