Regia di Anton Giulio Majano vedi scheda film
Palma, cresciuta con il senator Manfroni come tutore, al compimento del 18esimo anno di età ripudia il vero padre, il povero Martino. Questi, vedovo da tempo, verrà presto a conoscenza di un incredibile segreto che riguarda la figlia.
Non è una delle commedie più note di Luigi Pirandello, ma Tutto per bene è comunque un’opera che rispecchia lo stile dello scrittore siciliano: personaggi sfuggenti, realtà nascoste sotto un’apparenza di quiete, un finale positivo, ma non senza sorprese. La produzione del Nobel è talmente vasta, d’altronde, che Anton Giulio Majano non deve aver fatto fatica alcuna nel trovare questo testo, evitando così di mettere in scena qualche titolo dello scrittore già visto sullo schermo. Il risultato è formalmente compiuto, nei canoni degli ‘sceneggiati tv’ di quegli anni: siamo lontani dagli standard della sala e il punto di riferimento principale è naturalmente il palco teatrale; la recitazione procede di conseguenza (e gli interpreti sono spesso e volentieri presi dal teatro) e così le scenografie, i costumi, il ritmo della narrazione. Majano è stato uno fra i primi, grandi registi per la televisione italiana e amava in particolare mettere in scena opere letterarie di rilievo (David Copperfield, Jane Eyre, La cittadella); qui esercita il mestiere che indubbiamente ormai possiede per imbastire due ore di gradevole intrattenimento per il grande pubblico. Nulla di eccezionale, ma tutto al suo posto. Nel cast, oltre a una giovane Raffaella Carrà, Renzo Ricci, Corrado Annicelli, Eva Magni, Adalberto Maria Merli, Cesarina Gheraldi, Gianni Musy e Tino Schirinzi; curiosa l’apertura con la presentazione di interpreti e personaggi nei rispettivi camerini. 4,5/10.
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