Regia di Neil Jordan vedi scheda film
Rose è innamorata di Jimmy e solo per ripicca si dà al domatore allo scopo, dichiarato a Jimmy, di educarlo alle buone maniere e buoni sentimenti; ne approfitterà per rubargli le chiavi delle gabbie e liberare tutte le belve, fra cui un elefante che entra in chiesa dove Jimmy è in attesa di un miracolo (quello del titolo originale); prima, sempre in chiesa, aveva chiesto l'amore della donna appena incontrata, che poi scoprirà essere sua madre. Tutta una serie di giochini e ambiguità superficiali e gratuiti, dai pettegolezzi e curiosità dei due giovani perdigiorno presentati come ricerche letterarie alle entrate in chiesa immotivate e prive di nessi con il racconto e con eventuali temi; abusato il complesso edipico. Né elegiaca, né fiaba, né iniziazione, né audace, come pretende Mereghetti dopo aver travisato perfino la vicenda: il miracolo atteso non è l'incesto, né questo era consapevole, e la madre non era attrice, bensì cantante, cosa importante nel racconto dato che lui e il padre sono musicisti, che la accompagnano.
Come nel successivo La moglie del soldato, la prima parte si regge grazie a una vaga atmosfera di mistero sull'incontro, ma solo quando si riferisce a questo; poi diventa una stanca prosecuzione della scoperta, con forzature banali che vorrebbero essere audaci.
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