Regia di Gina Prince-Bythewood vedi scheda film
Da tempo alla ricerca di un progetto ad ampio respiro che gli permetta di creare un franchise personalizzato in modo da sfruttare appieno tutte le sue enormi pontenzialità nel campo dello streaming, Netflix non si è lasciata sfuggire l’occasione di acquisire i diritti dell’opera a fumetti The Old Guard, ad opera di Greg Rucka & Leandro Fernandez e pubblicato dalla Image Comics, e che racconta le avventure di un gruppo di pseudo immortali in lotta nel tempo per il bene dell’umanità.
Annunciata inizialmente come una trilogia credo sia piuttosto improbabile che vogliano fermarsi soltanto a questo e che, in base al successo delle pellicole, intendano invece sfruttarne appieno l’enorme potenziale, di personaggi e situazioni, per una crescita esponenziale non solo di pellicole cinematografiche ma anche di eventuali serie Tv e, perchè no, anche di serie animate.
Come si addice al genere di riferimento questo primo The Old Guard inizia quindi dalle origini che non si riferiscono a quelle dei suoi protagonisti, appena accenate o soltanto abbozzate, ma da un racconto prettamente di iniziazione, per il pubblico, dei suoi personaggi principali e del contesto pseudo-realistico nel quale si muovono, svelando uno scenario concettualmente più ampio ma di cui assistiamo soltanto ad una minima parte, e quindi della fortissima sensazione di un capitolo iniziale rispetto a un probabilissimo franchise.
E analizzandolo in questo senso, ovvero come di un primissimo episodio, si può anche affermare che si tratti di un esordio discreto, un atto introduttivo non particolarmente sorprendente o innovativo ma che invoglia nel proseguirne le vicende per vedere l’evolversi dei personaggi e delle loro storie.
Ma è proprio questo l’aspetto che più si rivela come un’arma a doppio taglio, in quanto presenta una storia che è solo abbozzata e personaggi in corso d’opera che non riescono a soddisfare completamente l’interesse del pubblico.
E se si riferisce a questo come a un’unica pellicola, quindi, il risultato ovviamente cambia e non può essere troppo positivo.
Il mondo che si percepisce tra le righe è comunque affascinante e con enormi potenzialità, è innegabile, ma, per l’appunto, ad ora è più un qualcosa di astratto, concettualmente foriero di interesse, specie nel lungo termine, ma ancora privo di rigore e concretezza.
E forse proprio per questo un serial in più episodi sarebbe stato probabilmente più idoneo a quanto si intende raccontare.
Inoltre, come i suoi protagonisti, anche il film sembra avere uno sguardo rivolto (fin troppo) al passato, mostrandosi come un prodotto già vecchio, privo di inventiva e che nulla aggiunge di nuovo al genere (specie nella messa in scena) ma che anzi si alimenta di soluzioni già viste o che sopravvive nell’emulazione di quanto già fatto (e strafatto) in passato.
La stessa regia di Gina Prince-Bythewood è piatta, priva di stimoli, incapace di imprimere dinamicità al racconto o a creare immagini d’atmosfera, se non riportando immagini prese direttamete dal fumetto ma spogliandole di un qualsiasi significato.
Anche la sceneggiatura di Greg Rucka, autore stesso della serie a fumetti, non è esente da colpe. Probabilmente poco avvezzo alle sceneggiature cinematografiche e già propenso a una serializzazione del franchise di stampo fumetistico, Rucka, ad eccezione della protagonista principale, approfondisce poco i personaggi diluendone le storie e costruendo sottotrame e accenni che rimandano a storie future (o passate) ma che poco si prestano a una pellicola con un intero mondo ancora da costruire e un insieme di personaggi da presentare, il tutto nel minor tempo possibile.
Invece sono proprio i personaggi l’aspetto più interessante della pellicola, anche grazie alla prova di un cast ben assortito e che riesce a portare in scena e a valorizzarne le maggiori caratteristiche, nonostante una scrittura e/o un minutaggio non sempre congeniale ma aiutati anche da un’ambientazione intrigante e da un background personale di sicuro fascino.
A interpretarli troviamo un gruppo di ottimi interpreti guidati dalla sempre splendida Charlize Theron (ormai consolidata in ruoli d’azione) e che comprende un cast internazionale che và dall’italiano Luca Marinelli (forse il più interessante del gruppo) al belga Matthias Schoenaerts, dall’olandese Marwan Kenzari ai britannici Chiwetel Ejiofor e Harry Melling fino all’americana Kiki Layne.
VOTO: 5,5
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