Regia di Michael Ritchie vedi scheda film
Un film che inizia con Robin "Dito in gola" Williams che viene silurato da un pappagallo per me potrebbe essere già sufficente per cambiare canale, ma poi mi sono detto se non era l'occasione per poterlo massacrare una volta di più e l'ho visto fino alla fine: come da pronostico "Vomitino da Chicago" al quale cagherei volentieri in testa sfodera il suo proverbiale campionario di smorfie e tick nervosi per rendere il suo personaggio insopportabile, ridicolo, assolutamente non divertente.
Il problema è che questa volta anche Mattahu è completamente inefficace seppur bravo e quindi l'unico a salvarsi è Jerry Reed nel ruolo del killer senza il becco di un quattrino; non si salva invece il film di Ritchie che vorrebbe attraverso la commedia muovere una critica verso l'America guerrafondaia ed i suoi cittadini ammorbati dal crescente desiderio di avere un arsenale dentro le tasche, in tal senso la scena più significativa è quella dell'armeria dove una tipa alta un metro e venti maneggia una 44 Magnum ma non ho riso neanche li.
Nella scena in cui Williams è all'ospedale la sua ragazza lo coccola lodandolo, dicendo che un fidanzato colpito da una arma da fuoco fa molto anni ottanta e da buon figlio degli anni ottanta lui decide di partecipare ad un corso intensivo da marine e tutti i personaggi convergono pian pianino verso il campo di addestramento nascosto fra le montagne innevate, ma a quel punto il nostro interesse su come possa andare a finire è già svanito da un pezzo e il film si trascina stancamente verso un finale in cui si vuole addirittura virare verso il sentimentale, ma l'unico sentimento che provo è di aver buttato via il mio tempo con l'ennesimo film orrendo del terrificante Robin Williams.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta