Regia di Dan Scanlon vedi scheda film
In passato, diversi film della Pixar avevano incrociato il fantastico. Titoli come Monsters & Co., Gli Incredibili, Il viaggio di Arlo sono delle riuscite commistioni tra realtà e fantasia.
Con Onward, la casa californiana, realizza il suo primo film completamente fantasy nei personaggi, nell’ambientazione e anche a livello narrativo. Il film racconta un mondo, dove la magia è stata sostituita dalla tecnologia.
Essa è diventata mito, leggenda, roba per super appassionati. Un super appassionato di magia, leggende, folkore è proprio uno dei due protagonisti del film, Barley. Giovane elfo corpulento e casinista, fanatico dell’antico passato magico, guida un furgone pieno di cassette metal e sta vivendo un anno sabbatico. Completamento opposto è suo fratello minore, Ian, goffo e incapace, concentrato a prendere la patente (con scarso successo) e che vorrebbe assomigliare al padre che non hai mai conosciuto. Non potrebbero essere più distanti. Tuttavia, il giorno del 16esimo compleanno di Ian, i due fratelli scoprono che anche il loro padre era un appassionato e come regalo di compleanno aveva lasciato un bastone magico e l’incantesimo con il quale ritornare dall’aldilà per un solo giorno. Purtroppo l’incantesimo riesce a metà e viene riportano indietro solo la metà inferiore del suo corpo. Per completarlo hanno bisogno di una particolare gemma magica e quindi devono imbarcarsi in una ricerca, con poco tempo a disposizione.
Secondo film Pixar con protagonisti degli adolescenti (la prima volta era stata con Ribelle-The Brave), Onward è la classica storia di formazione e crescita attraverso il viaggio, dove i protagonisti dovranno affrontare diverse prove che li aiuteranno a maturare e acquisire una maggiore consapevolezza di se stessi. Il viaggio intrapreso diventa una vera quest (è fortissimo il legame al mondo dei giochi di ruolo come Dungeons & Dragons), dove i due fratelli affrontano diverse prove superandole con l’aiuto della magia. Che sia attraversare ponti invisibili o rispondere senza raccontare bugie per mantenere “attivo” il travestimento magico, quel che conta è che impareranno qualcosa su loro stessi e sull’altro, maturando passo dopo passo. Lo spettacolare finale, mostra l’enorme qualità dell’animazione ormai raggiunta dalla Pixar e suggella con potente momento emotivo, il tema principale del film: l’importanza della famiglia nella vita di ciascuno.
Anche se è una storia prettamente maschile, è molto apprezzabile la presenza di diversi personaggi femminili di rilievo, segno che la Disney prova (timidamente) a rompere dei tabù, come la coppia di poliziotte omosessuali che incontrano i due protagonisti. In conclusione, Onward, pur rappresentando un prodotto “medio”, rispetto all’elevato standard che la Pixar produce da anni, riesce a rappresentare in maniera non stucchevole, temi come la morte, la perdita, e l’amore per i propri cari.
In questi tempi difficili, ne vorremmo vedere di più.
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