Regia di Dominik Moll vedi scheda film
Venezia 76 – Giornate degli autori.
Soprattutto quando percepiamo nitidamente la mancanza di qualcosa, ci piace credere alla prima promettente illusione propinataci. Teoricamente, siamo consapevoli del fatto che le storie troppo belle per essere vere difficilmente vanno in porto, ciò nonostante la tentazione può prendere il sopravvento.
Del resto, se si perde la testa per qualcosa/qualcuno, la ragione lascia il posto all’intraprendenza, poco importa se i contorni dell’obiettivo manchino di qualche tratto rassicurante.
Alla fine di un’intensa nevicata, viene rinvenuta un’auto, senza traccia alcuna della donna (Valeria Bruni Tedeschi) che la guidava.
La polizia stringe il cerchio delle indagini intorno a cinque individui, tutti collegati in modo diverso a questa misteriosa scomparsa. Ognuno di loro ha qualcosa da nascondere, ma la soluzione potrebbe trovarsi più lontano di quanto gli agenti credano.
Tratto dall’omonimo romanzo scritto da Colin Niel nel 2010 e adattato dallo stesso Dominik Moll insieme a Gilles Marchand, Only the animals è il sesto lungometraggio del regista di origine tedesca e naturalizzato francese (a oggi il più apprezzato è ancora Harry, un amico vero), ancora una volta legato al cinema di genere, con relativi codici.
La struttura a più vie nasce da lontano, con una parzializzazione puntigliosa in capitoli singolarmente dedicati a un personaggio, attraverso i quali l’intreccio viene montato e smontato pezzo per pezzo, riempiendo buchi per poi aprire nuove fessure, andando avanti e indietro nella cronologia degli eventi.
Una ragnatela arzigogolata e stimolante, con domande, risposte e subito altri quesiti aperti che, forte della coralità (a proposito, gli interpreti sono in palla, con Denis Menochet una spanna avanti), sventaglia un quantitativo ingente di istanze spinose. Così, si sormontano tradimenti e alterchi, il piacere e l’amore, squilibri psicologici e mancanze intollerabili, sogni e bisogni.
Insomma, ogni personaggio è in cerca di uno sbocco o tenta di tenere qualcosa nascosto da occhi indiscreti, contribuendo alla costituzione di un mosaico multidirezionale, temporalmente zigzagante e completo di tratti bizzarri, personaggi ambigui, situazioni sinistre e disagi. Un meccanismo che cerca con tutte le sue energie di essere imprevedibile fino all’ultima curva, aggiungendo incessantemente legacci e intercapedini, nuove piste ed evoluzioni delle preesistenti, con una maglia filante e allargata a dismisura senza danneggiare - almeno non irrimediabilmente - il filo logico.
Programmatico e spiazzante.
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