Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Forse uno dei peggiori film di Carlo Verdone. Stranamente volgare e poco ispirato
Quattro medici che lavorano in equipe, con grande e solerzia efficienza, all'interno di un reparto chirurgico di un grande ospedale, non sembrano aver altrettanto fortuna nella vita privata:Umberto Gastaldi alias Verdone ha una figlia pseudo-soubrette, che si esibisce in trasmissioni televisive becere, rivolte ad un pubblico di guardoni, che suscitano disappunto nel padre, con conseguenti litigi;Corrado Pezzella alias Max Tortora sposato, ma fedifrago seriale; Lucia Santilli, l'Anna foglietta, incontra solo uomini che sistematicamente la deludono e poi c'è Amedeo Lasalandra alias Rocco Papaleo Papaleo,single di scarso “appeal“con le donne, zimbello del gruppo e bersaglio fisso degli scherzi da prete degli altri tre. Un giorno gli autori di queste burle, intercettano alcune indagini diagnostiche, che attribuirebbero un incurabile tumore all'amico e collega Lasalandra. Vanno in crisi e decidono di organizzare una vacanza di lusso in Puglia, offerta alla vittima-malato terminale, per riscattarsi dal senso di colpa e trovare anche l'occasione per riferirgli la terribile notizia, che il malcapitato ancora ignora. Carlo Verdone giunto alla sua quarantesima fatica cinematografica, purtroppo delude ancora; ha perso da tempo la verve e l'ispirazione artistica, che hanno connotato la sua lunga carriera cinematografica. Dopo aver archiviato le spiritosissime macchiette, che tanta simpatia avevano suscitato nel pubblico, agli albori del suo periodo di attività, costruendo dei personaggi “cult” entrati a buon diritto nell'immaginario collettivo, si era successivamente portato in zona “commedia di costume”realizzando dei film piacevoli e anche di un certo spessore. Oggi devo purtroppo constatare la rovinosa involuzione del suo cinema; queste mega-burle ordite ai danni del personaggio di Papaleo, oltre a sfidare il codice penale e anche qualsiasi credibilità,sfruttano cliché e gag banali, già viste e sentite. Difficile anche sorridere di fronte ad una comicità cosi pacchiana e di grana grossa, insomma, un umorismo che nelle velleitarie intenzioni vorrebbe richiamare lo spirito del Monicelliano “Amici miei”, ma che di fatto, sbanda pericolosamente, scivolando in battute triviali e banali, con situazioni surreali, che involontariamente scimmiottano i peggiori cine-panettoni, ruotando sempre attorno al tema del sesso, inteso nell'accezione più volgare, ai limiti del trash. Non me ne voglia il simpatico e comunque bravo attore/regista Carlo, anche i più grandi registi del passato hanno attraversato periodi bui e perfino un grandissimo Sordi, nelle sue ultime apparizioni, fu poco convincente.
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