Regia di Edward Norton vedi scheda film
Seconda regia per Norton che qui si esalta anche nel ruolo del protagonista. Bel noir.
Secondo e più maturo approccio di Norton alla cabina di regia, dopo la commedia con Stiller e quasi vent'anni di distanza, all'insegna di tanta esperienza maturata sul campo. Il riferimento basilare è alla letteratura noir, con le sue atmosfere grigie, i suoi eroi a metà e quella realtà suburbana nella quale brulicano le umanità più disparate; a rafforzare questa atmosfera la bellissima colonna sonora jazzante.
Quanto alla storia, be' si soffre un piccolo passo falso di Norton nell'imbeccare il lettore; così dopo poche battute è facile capire dove si trova il famoso dossier che dà il via a tutto, e si perde così una parte del finale oltre alla stima verso il bravo detective che appare così piuttosto ingenuo, in maniera per certi versi contraddittoria. Restano però tanti altri sviluppi, ben disseminati durante le indagini, che tengono lo spettatore ben incollato allo schermo.
Avrei ridotto la lunghezza, inutilmente annacquata in molti frangenti. È come se Hollywood soffrisse di una sorta di invidia del pene sulla lunghezza delle bobine: i registi fanno a gara a chi ce l'ha più lunga, a prescindere da cosa abbiano da dire. Lo dico reduce dalla visione di The Irishman e C'era una volta a... Hollywood; gran belle pellicole ma con un minutaggio a prova di insonnia.
Per il resto, gran fotografia, ottimo montaggio, splendida colonna sonora e cast impeccabile su cui spicca Norton, che ritaglia per sé il ruolo più difficile e centrale.
Nel complesso, decisamente promosso e consigliato agli amanti del noir.
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