Regia di Alan Casper vedi scheda film
Horror inguardabile, girato malissimo, senza fantasia e a costo zero, da un regista/sceneggiatore/produttore che, consapevole del bel risultato, probabilmente si è poi nascosto dietro uno pseudonimo da debuttante: Alan Casper!
Jessica (Ally Matteodo) sta per convolare a nozze con Ben (Drew DeSimone). Per la cerimonia decide di acquistare un abito in stile vittoriano ma data la poca disponibilità economica, per risparmiare sull'acquisto, su suggerimento della sorella Cathy (Jaimie Tucker) finisce per sceglierne uno usato. Quando comincia ad avere visioni di una donna inquietante che indossa lo stesso vestito da sposa, apprende troppo tardi che l'antico abito si porta dietro una maledizione. Tenta di liberarsene in ogni modo ma il vestito ricompare sempre nell'armadio. Gli invitati al matrimonio (due: la sorella Cathy ed un amico di Ben!) sono in pericolo, se non verrà risolto quanto prima l'enigma legato alla originaria proprietaria.
Con un cast composto da attori non esordienti -ma peggio che amatoriali- Alan Casper (sorge forte il dubbio trattarsi di un nickname) scrive e dirige uno dei più brutti film horror di tutti i tempi. Fotografato male, scritto in stato d'ebbrezza e girato peggio. Scivoloni involontari nel kitsch (sul finale Ben aspetta il fantasma per affrontarlo con una mazza da baseball!) sono l'inevitabile conseguenza di un prodotto nato per puro scherzo (il produttore non a caso è il solito Alan Casper), poi purtroppo convertito in film. Il risultato finale è davvero inclassficabile: 98 interminabili minuti di dialoghi inascoltabili, pronunciati da quattro pseudo attori che si muovono in prevalenza in squallidi interni. I pochi secondi in cui si manifesta la presenza spiritica sono realizzati veramente male, virando in bianco e nero le scene. Nessun effetto speciale, poiché la scomparsa e successiva apparizione dello spettro viene semplicemente ottenuta con stacco di ripresa. Come se il quadro non fosse già abbastanza definito, l'ultima pennellata la dà una sceneggiatura (scritta su un post it) mai in grado di solleticare l'interesse per la vicenda e, men che meno, per gli scialbi protagonisti.
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