La recensione su Sleepwalker

Sleepwalker (1985): locandina

La coppia composta da Angela (Joanna David) e Richard (Nickolas Grace) si reca a cena dagli amici Marion (Heather Page) e Alex (Bill Douglas), fratello e sorella che presentano vari disturbi comportamentali. Marion, in particolare, soffre di incubi notturni -associati a fenomeni di sonnambulismo- durante i quali sogna il fratello mentre tenta di ucciderla. A causa di un forte temporale che mette al bando la cena (causa una finestra andata in frantumi sulle pietanze), i quattro decidono di orientarsi verso un ristorante. Qui Alex e Richard hanno una discussione animata, dovuta a divergenti opinioni politiche. Nonostante il clima tutt'altro che amichevole, Angela e Richard decidono poi di restare a dormire a casa di Marion. Mentre infuria il temporale, non solo Marion ma pure Angela sogna di essere uccisa. Finché, in piena notte, Richard viene davvero massacrato con una mannaia. E stavolta, non è un sogno. 

Thriller girato con crescente livello di tensione e circoscritto ad un contesto di non indifferente attenzione al momento storico (già all'epoca) di deriva politica. Le sprezzanti battute -al ristorante- sui gay, con barzelletta sull'AIDS (flagello appena esploso nel 1985), opera del conservatore (e reazionario) Richard denotano un'attenzione (estremamente in anticipo sui tempi) non indifferente a tematiche ancor'oggi di difficile accettazione. Ma anche liberando il film dal suo prezioso contenuto (pure politico), Sleepwalker rimane un esemplare saggio di eccellenza cinematografica per come riesce a costruire un clima di tensione in crescendo destinato a concludersi nei dieci minuti grandguignoleschi, e in perfetta simbiosi con la trama.

Una colonna sonora ancor'oggi efficace contribuisce a rendere più interessanti le suggestive e tenebrose sequenze, girate con cura e -nonostante siano trascorsi 35 anni- ben migliori di quelle proposte in tempi recenti nelle centinaia di horror privi di identità, immersi nell'immenso mare della consuetudine e del prevedibile. In conclusione siamo di fronte a un sorprendente mediometraggio (50 minuti), opera di Saxon Logan documentarista inglese premiato alla carriera, che sembra scaturire in parte dalla macabra fantasia di Edgar Alla Poe (non per nulla ad un certo punto Marion cita La verità sul caso di Mr. Valdemar). Purtroppo si tratta di una singola -non ripetuta- esperienza in campo horror, circolata in qualche festival (a Berlino e in Inghilterra) prima di essere poi stata riscoperta per le apprezzate edizioni home video. Se si esclude l'avventuroso At the gates of thunder, unico vero lungometraggio, la filmografia di Logan è purtroppo risicata, limitata cioè a qualche serie e film TV. Un vero peccato.

"Di sonnambuli e sonnambule sono piene le carte. Non ne ho mai conosciuti. Sarebbe bello se si trattasse di un male inventato, delle strologherie di un poeta." (Gesualdo Bufalino)