Regia di Tom DiCillo vedi scheda film
Le strade di due amici, aspiranti attori che tirano a campare facendo i camerieri avventizi, si dividono: uno (Maxwell Caulfield) viene scelto per fare il protagonista di una soap opera, assicurandosi così un futuro a tempo quasi indeterminato; l’altro (Matthew Modine) continua a fare audizioni alla ricerca del colpo grosso. Il primo è un donnaiolo che cerca una bionda naturale come fosse il santo Graal; e tuttavia, mentre con una modella ossigenata (Bridgette Wilson) ci dà dentro che neanche Rocco Siffredi, quando rimorchia una bionda vera (Daryl Hannah) fa ripetutamente cilecca; invece il secondo è un monogamo, che pur fra le mille difficoltà di una vita precaria si mantiene fedele alla brunissima fidanzata (Catherine Keener), la quale a sua volta deve destreggiarsi fra un passante importuno, uno psicanalista bavoso e un istruttore marpione. Epopea della sfiga quotidiana, come solo il cinema indipendente USA al suo meglio sa raccontare: un’esistenza passata a contatto ravvicinato con la stupidità del mondo, a obbedire alle istruzioni di un capocameriere ambiguo (Christopher Lloyd) e di un'agente brutalmente sincera (Kathleen Turner), invidiando i successi altrui, inseguendo il numero telefonico di Madonna che dà sempre occupato e rifugiandosi nell’ironia (“Ultimamente sei stato molto depresso” “Non è affatto vero” “Ma se ieri mi hai detto che credi che la tua vita non abbia più alcun senso” “E allora? lo si può pensare senza per questo essere depressi”). Poi arriva finalmente il giorno perfetto: quello in cui si può recitare il monologo di Happy in Morte di un commesso viaggiatore (“Vedi, Biff, qui dentro si annega nella bassezza, nella falsità, e finisci col calpestare i tuoi ideali”), mollare Elizabeth Berkley in un bar, tornare a casa e mettere in cantiere un bambino. E nell’ultima scena, come nelle favole, ricompare anche il cagnolino che era stato rubato.
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