Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
TENET (etevi stretti alla poltrona, ma neanche troppo..)
Alla fine quello che rimprovero al buon Nolan è di aver infarcito di qualche scena missionimposibleiana di troppo (e assolutamente non nelle sue corde, tipo la rapina al camion), un film che probabilmente non ne aveva bisogno, vivendo già di suo più di un piano temporale; anche i tornelli al posto della DeLorean lasciano - paradossalmente - il tempo che trovano per invertircelo sempre con comodo come e quando serve (ma chi - e quando - ha lasciato tutti ‘sti tornelli in giro?).
Il film stavolta non ti lascia con quel “Ohhh!” di meraviglia in gola allo svelare dello svelabile, perché per quanto tutto si contorca all’inverosimile la storia si incanala fin dall’inizio in uno schema chiaro e prevedibile, alla faccia dell’inversione (che comunque fa risparmiare un sacco di pellicola).
Avrei preferito un ribaltamento, ulteriori scoperchiamenti di carte, oltre al sapere che il solo Neil manovra nell’ombra (cosa che si capisce già dalla scena nel deposito a Oslo quando riconsegna il casco all’uomo in tuta dietro l’angolo).
Di questo film finiscono per affascinare le teorie possibiliste del dopo, i richiami sottolineati alla famosa iscrizione palindroma latina Sator Opera Tenet Arepo Rotas, leggibile sia orizzontalmente che verticalmente, i magheggi attorno ai paradossi del nonno che nessuno potrà far fuori tornando dal futuro, il titolo che potrebbe essere anche un richiamo ai dieci minuti di battaglia invertita finale: TEN - NET, il figlio di Kat che vediamo bene come il Neil da crescere nel culto di un futuro salvataggio a ritroso nel tempo.
Da contorno a tutto ciò Il protagonista, attore senza nome anche nella vita, perché rimarrà giusto “il figlio di Denzel”, quel Denzel Washington che in un fenomenale Déjà vu ci ricorda molti dei meccanismi ad incastro sui paradossi temporali con ben altro fascino e pathos.
Qui il figlio lo scimmiotta appena, nella camminata e in quel tipico aggiustarsi il pantalone quando si alza dalla sedia, ma per il resto non comunica emozione ne’ brivido.
Degli altri, Robert Pattinson mi convince poco, dà costantemente l’idea di averci capito poco col copione che gli spunta dallo zaino (a ben guardare protagonista più di lui, alla fine), Kenneth Branagh fa il cattivo con sufficiente nerbo, Elizabeth Debicky, la bella spilungona da salvare appare fin troppo algida, e le piazzano pure i tacchi per giraffare meglio.
“Non sono lo bombe esplose a fare la Storia, ma quelle disinnescate” questo il messaggio di fine pellicola alle “posterità”.
Credo che invece Nolan si sia disinnescato da solo con l’occasione, speravo davvero in un altro gioco di Prestige, invece ho passato solo più volte il tornello (e non m’hanno neanche misurato la temperatura).
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta