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Tenet

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Tenet

di M Valdemar
7 stelle

 

locandina

Tenet (2020): locandina

 

 

¡e tenete!


Tuttavia il tempo, durante la visione del film, scorre noiosamente lineare.
Malgrado l'atomico algoritmo nolaniano di sovra-sovrapposizione dei piani temporali.
[L'illusione che crea il mezzo rimane nel mezzo: nel mezzo, solo il (racconto del) caos]
Le dimensioni si (con)fondono, le teste fumano, i proiettili sparati invertiti furono.
Di inversioni e pieghe ed eventi già successi che si ripetono e rivivono e rivivranno.
Assieme, meglio.
Mescolati, non agitati.
Contrordine (deciso in un futuro e sepolto nel passato di una recensione già scritta che appare ora innanzi al lettore e che si legge anche al contrario ma che se si legge al contrario non è granché chiara anzi contraria): agitati, agitatissimi.
Eccitate, eccitatissime le cose e le storie e gli incastri e gli incastri negli/degli incastri.
Nolaniano, s'è detto. Ultra-nolaniano, si dirà.
Onainalon.
Palindromi.
Robe palindromiche, randomiche, atomiche, amiche; e ebor (m)isteriche, magmatiche, magiche, mistiche. Crono(il)logiche. Che?
Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas: in un mo(n)do e/o nell'altro ci stanno tutti e su tutto e prima di tutto come potenza di fuoco linguistica, onomastica, onanistica.
Stica.
Casti; d'una castità ieratica-serafica-fica che è veste del (e veste il) "Protagonista", uomo che non deve chiedere mai eppure lo fa e - più o meno e meno o più ma più meno che più ma era meno prima che più - gli rispondono.
Allorché esplodono splendenti sequenze che si sublimano in una sublime visione caotico-cervellotica di elementi che indietreggiano mentre altri guardano/guadano (in) avanti. Noi guardiamo avanti mentre elementi indietreggiano sublimati da una sublime visione cervellotico-caotica.
Visione, biondo-algida incasinata giacché incastrata dall'algido-biondo Sator.
Perché allora non chiamarlo direttamente "Villain", il villano sovietico così diabolico che dialoga con "Loro"?
Si diceva, Lei (eh,"Lei"), Kat, l'altissima; e lei in un fulmine fulmina il Protagonista tanto che.
Che tanto Tenet è la chiave d'accesso: aprirà porte, giuste e sbagliate.
Apre i titoli di testa.
Testa a testa Nolan vs. Nolan (vs. Nolan). Vince Nolan. E Nolan. E non la si fa. Nolan si fa. Di sé, principalmente.
Tenet è nolaniano. Nolaniano è Tenet.
Spettacolare: spettacolarizzazione tramite polarizzazione dei canoni e dei cannoni narrativi e delle (p)ossessioni di quello di Memento e Inception e Interstellar. Che volevate e pensavate, Woody Allen o Spike Lee o Nando Cicero?
C'ero; e se c'ero, alcuni fili erano troppo attorcigliati. Ciò vuol dire che. Che dire vuol ciò.
Indizi agli inizi e negli interstizi di un corpo filmico che quando va a ritroso e al contempo avanti ma quanto è avanti pure l'accorpamento sonoro di brandelli sincopati che all'indietro scansionati ti scansionano la maraviglia nei sensi nel senso che pensi che figata satanica sia?
Hai un futuro nel passato. Tra passato e trapassato nel futuro.

Paradossi, issodarap (nonno, oh no on oh onnon).
Indizi. Izidni.

Quanti quanti.
No.

On.
Non.
Non la.
Anagramma la trama non è marta né morta ciò che in eterno può attendere, e col passare di strani eoni anche tenet può tenere ciò che tiene.
E tenete.
[pazienza]
Piombo e impiombatura di (s)cavi matematico-fisici e filosofici e filologici e fantascientifici al fine del fine (vabbè) ordito di fili ipercerebrali che intrecciano una sfacciata dimensione in cui le dimensioni del futuro e del passato convergono in un presente che se ti presenta il conto puoi sempre dire che hai già pagato.
Pagato, appagato, hai pogato sinanche; e sai anche ancheggiar dinanzi la gargantuesca creazione sintetica che è sintesi e sintassi creativa della costellazione elucubrativa dell'Autore.
Tipico. E archetipi come piovessero archetipiche tessere (l'eroe; il cattivo; gli alleati; la fanciulla da salvare; il mondo da salvare a sua insaputa) di un puzzle che è un puzzle che si incasina con tessere che schizzano in una action-spy story dai cupi risvolti ma senza i risvoltini gli elegantissimi completi del Protagonista e del collega Neal.
[I risvoltini invertiti non sono risvoltini. Questo pensiero m'ha svoltato la giornata. Non esiste un algoritmo per eliminare ora e per sempre i risvoltinati?]
Nati impreparati, sempre; come sempre preparatissime e accuratissime la mèsse e la mise e la messa in opera di un'opera che è arepo boh hob opera e areposa arpa postfilmica dalle cui elettriche corde modificate e truccate e nuclearizzate risuonano tambureggianti intuizioni brillanti (l'idea, l'instillazione, sì, geniale) su sequenze adrenaliniche che iniettano adrenaliniche sequenze (magno e fico e magnifico l'inseguimento tra auto); e lunga vita e posterità finché twist non ci separi.

Appare il twist; appaiono, sono tra noi, lo sapevi.
È una "manovra a tenaglia", bellezza.
Manovra - salviamo il mondo da quello che poteva succedere - a - missione compiuta - tenaglia.
Temporale. Di saette e tuoni scenici e icinecs che ti trascinano comunque sino al termine che poi è l'inizio o forse solo una parte che sta nel mezzo o da qualche parte lungo l'arco di una parte narrativa esaltata che è salata e saltata di piano in piano in piano ma non molto piano, dopotutto.

Dopotutto, tutto dopo.
Dopo che JDW non riesce a togliersi quell'aria un po' anonima un po' così; dopo che RP non rip anzi risalta ma non ha granché spazio; dopo che ED ma quanto è alta porco sator? E KB tutto sommato non resta molto.
C'è molto da dire, disquisire, sdilinquire. Sire, che dire?
È andata come è andata. Come andrà. 
Sssh, inizia il film.
Finirà.
Inizia.
Iniziò.
Ci vediamo all'inizio.

Ecce Tenet ecce.

Tenet: una non recensione. Recensione: non una Tenet.

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