Regia di Nicolas Vanier vedi scheda film
Filmetto ecologicamente corretto e quindi ipocrita. Ma soprattutto edonista e amorale. Un film per ragazzi assolutamente diseducativo.
Ciascun personaggio si muove per il proprio piacere e per il proprio godimento, incurante delle persone a lui vicine e delle regole da rispettare. Un padre che dedica tutto il suo tempo alle anatre disinteressandosi del figlio, un figlio indifferente a tutto che finisce con l'amare le anatre, una madre che film facendo si converte alla causa delle anatre accettando anche il rischio della morte del figlio, e potrei andare avanti così.
Abbondano le menzogne: del padre al suo capo e alla sua ex moglie, del figlio al padre e alla madre, della segretaria al suo capo, del padre e del collega ai forestali norvegesi, menzogne perdonate o dimenticate un minuto dopo come se nulla fosse successo nonostante alcune siano gravissime.
E' vero che ogni impresa storica comporta una rottura delle regole. Ma qui il tutto avviene senza cattiveria, e senza conseguenze, il che nega l'impresa stessa.
Si procede di finzione in finzione, fino al lieto fine che è l'apoteosi delle menzogne e delle falsità.
Lo dice bene l'unico personaggio credibile e assennato, e paradossalmente (in apparenza) ridicolizzato a più riprese, il direttore del dipartimento dove lavora(va) il padre: il guidare le anatre a destinazione non significa che sappiano compiere lo stesso percorso da sole, quindi l'impresa è stata azzardata, velleitaria, inutile.
Ma l'ecologicamente corretto vuole che tutti gioiscano del "successo" dell'impresa e dei suoi autori novelli eroi: evviva le anatre, evviva la natura, abbasso le regole degli uomini brutti e cattivi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta