Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Le vite di quattro amici, tre ragazzi e una ragazza, si intrecciano lungo quattro decenni, a partire dai primi anni ’80.
Amori e idiosincrasie, sogni e sconfitte, speranze, conquiste, disperazioni: tutto quanto ci sia di umano, troppo umano entra nel copione (Gabriele Muccino e Paolo Costella) di questo film, che molto banalmente – e andando in tal modo incontro al pubblico più vasto – accosta sfera personale, intima di quattro personaggi e contesto sociale nazionale. Punto di vista soggettivo, punto di vista oggettivo: fra le mura domestiche e nelle piazze, sui quotidiani, sulle tv, lo sviluppo della storia di Giulio, Riccardo, Gemma e Paolo e della Storia dell’Italia segue i medesimi binari temporali; Gli anni più belli segue pedissequamente un canovaccio piuttosto standardizzato che si basa su meccanismi facilotti e prevedibili, ma di sicura resa sullo spettatore a cui non interessa o non piace farsi tante domande. Nel complesso un film totalmente mucciniano: pathos, sentimenti forti (e non particolarmente raffinati, per l’appunto), musiche (di Nicola Piovani, con un inedito – eponimo – di Claudio Baglioni) che sottolineano la retorica della narrazione, attori in parte e pescati dal mucchio dei soliti volti del panorama nostrano: Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Micaela Ramazzotti, ma anche, in parti laterali, Nicoletta Romanoff e la cantante Emma Marrone, al suo esordio (tutt’altro che disprezzabile) su un set cinematografico. Due ore di durata sono un filo eccessive, ma il ritmo rimane sempre accettabile; C’eravamo tanto amati (Ettore Scola, 1974) è il punto di riferimento – assolutamente irraggiungibile – di questo lavoro. 4,5/10.
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