Trama
A Parigi Fuad Ramses (Robert Rusler) - con il supporto della moglie Louise (Caroline Williams) e della figlia Penny (Sophie Monk) - gestisce un ristorante americano che versa in gravi condizioni finanziarie. Dopo avere sospeso la cura di psicofarmaci, prescritti per una grave depressione, Ramses inizia a frequentare ossessivamente un museo egizio, all'interno del quale crede di trovarsi di fronte alla dea Ishtar (Sadie Katz), un'antica divinità destinata in passato a ricevere costanti tributi di sacrifici umani a sfondo antropofago. Ramses, dopo avere rubato dal museo alcuni elementi legati ai sanguinari rituali (una statua di Ishtar, un piccolo altare e una maschera da sciacallo) è convinto non solo di ingraziarsi i favori sessuali della dea, ma di riuscire a recuperare economicamente l'attività di ristorazione. Vede così, nei panni di un vagabondo accolto dalla moglie nel locale, una probabile via d'uscita alla crisi economica. Dopo averlo ucciso, con alcune parti del corpo prepara pietanze che risultano essere molto gradite dalla clientela. Sempre più spinto da uno stato di delirante follia, Ramses, per rifornire la cucina di carne fresca, arriva ad uccidere gli amici della figlia e un'autostoppista, fermatasi a notte fonda per chiedere soccorso, dopo essere rimasta a piedi con l'auto.
Note
Remake liberamente ispirato al Blood feast (1963) di H.G. Lewis, regista che compare brevemente, sul monitor di un computer, nella scena in biblioteca mentre spiega la storia della dea Ishtar, contribuendo involontariamente ad alimentare lo stato di delirante follia omicida del protagonista. Distribuito - eccezion fatta per una anteprima all'edizione 2016 del Fright Fest Film Festival - solo due anni più tardi in versione censurata in Canada e Usa, nei titoli di coda è dedicato ad H.G. Lewis, morto a 90 anni poco dopo la fine delle riprese.
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Commenti (1) vedi tutti
Remake di un classico che ha segnato la storia del cinema horror. Coproduzione tra USA e Germania che vede, al timone di regia, l'eccessivo Marcel Walz, qui insolitamente più contenuto e in grado di dare al film una forma personale grazie anche ad uno sviluppo differente e un maggiore approfondimento psicologico del protagonista.
leggi la recensione completa di undying