Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Per essere il film del ritorno alla forma migliore di Ozpetek che alcuni vanno dicendo, ci si aspettava qualcosa di più. Il regista recupera molti elementi narrativi e perfino "poetici" dei suoi film precedenti, ma il confronto con "Le fate ignoranti" o "Mine vaganti" resta sfavorevole. Va segnalata in positivo una direzione degli attori molto attenta e matura, che trae il meglio da attori altrove non eccelsi come Stefano Accorsi ed Edoardo Leo, qui convinti e convincenti nei panni della coppia gay in crisi, e anche i bambini sono stati scelti e diretti con bravura, oltre ad una buona prestazione di Jasmine Trinca nel ruolo (forse inevitabile visto il contesto?) di una madre con figli a carico che deve affrontare il calvario di una malattia forse fatale. Tuttavia, la trattazione di temi seri e tipici del suo cinema come la genitorialità offerta per vie traverse alla coppia omosessuale e la famiglia allargata che affianca quella tradizionale risulta ormai un po' troppo programmata a tavolino rispetto ai primi film, mentre la crisi di coppia a tratti viene fin troppo enfatizzata, nonostante che i due attori facciano il massimo per rendere credibili i rispettivi personaggi. E soprattutto, nella parte che precede il finale si inciampa in un incongruo intermezzo con Barbara Alberti trasformata in una nonna strega, che fa perdere veramente molti punti al film nel complesso, e qui davvero si consiglierebbe ad Ozpetek di fare più attenzione a scelte di sceneggiatura piuttosto discutibili. Peccato perché il regista italo-turco ormai sa il fatto suo nel valorizzare il dato figurativo e il lavoro degli attori, quindi si richiederebbe una trama più coerente che eviti pericolose derive verso territori "mistici" che suscitano l'ilarita' del pubblico in sala. Buoni apporti tecnici e colonna sonora, ma ci vuole più coraggio per rendere appetibile un film del genere anche ad un pubblico internazionale.
Voto 6/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta