Incuriositi dall'opera seconda, A Classic horror story (Netflix), andiamo a rispolverare l'opera prima del bravo De Feo.
Samuel, adolescente paraplegico, vive - in modo trasognato - con la madre Elena, l'enigmatico medico di famiglia e vari famigli nella Tenuta Villa dei Laghi. Le giornate scorrono lente e noiose, costrette in questa magione fuori dal tempo, circondata da un bosco impenetrabile, fino a quando arriva la giovane Denise, non si sa se a portare luce o ombra sulla futura vita del signorino.
Film claustrofobico, uscito nelle sale, quando la pandemia era ancora solo una distopia libresca, e pure con discreto successo. Tutto giocato sulle atmosfere e sulla superba prova attorale. Sofferta e perversa la madre di Francesca Cavallin, magistralmente untuoso e viscido il medico di Maurizio Lombardi, a sbalordire, però, sono i giovanissimi protagonisti, mai sopra le righe, armonici, Justin Korovkin e Ginevra Francesconi, in pratica già due piccoli professionisti.
Sceneggiatura non originalissima ma di salda tenuta fino alla fine.
Eccellente fotografia di Emanuele Pasquet.
Tanti gli omaggi a Lynch, ad Amenábar, e a Kubrick, anche nella colonna sonora.
Per dei sostenitori dell'horror italiano come noi, una prima opera (esportabile!) inquietante e soddisfacente.
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