Regia di William Eubank vedi scheda film
Prodotto da Chernin Entertainment e 20th Century Fox su soggetto e sceneggiatura di Brian Duffield e ad opera di un giovane regista, alla sua prima esperienza con una major (ma già vezzato alla fantascienza), William Eubank, Underwater, classicissimo nella premessa come ancora di più nello sviluppo, parte da un’idea piuttosto semplice (sopravvivvere a un’escursione in fondo all’oceano tra spaventose creature marine) e guarda con orgoglio ai B-Movies degli anni ‘80 e ‘90, non solo ad Alien e The Abyss, i maggiori modelli della pellicola, ma anche a Creatura degli Abissi e a Leviathan, con tutta una serie di ammiccamenti e riferimenti nemmeno troppo velati a quelle pellicole che negli anni passati hanno decostruito il genere, spesso con molto spirito artigianale e senza darsi troppe arie o puntando a facili moralismi o retoriche (qui appena accennata ma senza crederci troppo, come se fosse una tassa da pagare al periodo storico e, una volta pagata, lasciarsela in fretta alle spalle), senza sovvertirne i codici o reinventandone il genere ma attraverso uno stile di regia più dinamico e un senso dell’intrattenimento differente, forse più grossolano, decisamente debitorio dei found footage seppur più ripulita ma senza sembrare al contempo troppo patinata.
Non si può certo affermare poi che il film brilli per originalità, i risvolti narrativi sono ampiamente prevedibili come anche, per quanto gestiti abbastanza bene, i suoi personaggi in quanto il film punta esclusivamente su un’azione senza tregua e in continuo divenire, un’eccesso di adreanlina che però scombina l’intera operazione, incidendo in modo brutale sulla narrazione degli eventi quanto sulla comprensibilità della storia stessa, anche grazie a una messinscena volutamente sporca che l’opacità dell’acqua, i residui che vi galleggiano e il buio delle profondità marine, costruita per ostacolare la visuale dello spettatore e a rendere maggiormente irriconoscibile e quindi minaccioso l’ambiente che circonda i protagonisti ma che finisce invece per risultare una soluzione troppo incostante e caotica.
Protagonista della pellicola un’inedita Kristen Stewart nel ruolo di Norah, eroina vigorosa ed epigona ossigenata di Sigorney Weaver in Alien. Come Ripley si presenta in slip e, al di là del femminile e maschile, barometro delle mutazioni sociologiche e sessuali della donna nel nostro tempo.
Con lei anche Vincent Cassel, T.J. Miller, Jessica Henwick e John Gallagher Jr.
P.s. Anche nel realizzare le sue creature il film sembra non prendersi troppi rischi optando per figure fin troppo tradizionali, forse anche con chiare (?!) ascendenze lovecraftiane, dicono, ma alla prova dei fatti piuttosto anonime (oltre che confuse) e ben lontane dalle decadenti e immaginifiche promisquità anatomiche raccontate dal visionario di Providence.
"Underwater?... No..no.. non ho firmato per partecipare a nessuna pellicola con quel nome!.. Te lo giuro!"
VOTO: 5,5
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