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Subway

Regia di Luc Besson vedi scheda film

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La recensione su Subway

di simonebulleri
6 stelle
To be is to do
Socrate
To do is to be
Sartre
Do be do be do
Frank Sinatra
 
Parigi, metà anni '80.
Fred è un ladro anarcoide e gentiluomo che vive di espedienti (anche artistici) nella metro.
La sua vita subirà un'accelerazione vertiginosa quando verrà in possesso dei documenti della stanca moglie di un politico, che non gli negherà più di una pericolosa attenzione.
Il secondo lungometraggio di Besson è il film manifesto del Cinéma du look, movimento estetico francese in rottura con la borghese Nouvelle Vague.
Le caratteristiche del movimento?
Forma che ingurgita la sostanza, ambientazioni urbane, protagonisti border line, ironia sfacciata impastata con malinconia romantica. Insomma le tematiche più care al già brillante regista, allora appena 26enne.
Lambert, all'epoca molto in voga, sfoggia una pettinatura alla Sting e il suo sguardo tagliente, un anno prima di deflagrare con Highlander. Isabelle Adjani, ancora più famosa, è di una bellezza oltraggiosa quanto svogliata nella recitazione. Jean Reno, nonostante sia al suo 11mo film, è relegato a un ruolo secondario.
I collaboratori tecnici di Besson sposano la causa. Carlo Varini e Alexandre Trauner firmano, rispettivamente, una fotografia e una scenografia che sono un inno al pop e al fumetto.
Grande colonna sonora 80s di Eric Serra che ci fornisce anche uno strumento per interpretare il film, quando nei titoli di coda la canzone dice "It's only mystery and I like it".
 
 
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