Regia di Douglas Buck, Buddy Giovinazzo, David Gregory, Karim Hussain, Jeremy Kasten, Tom Savini, Richard Stanley vedi scheda film
"The Theatre Bizarre" mi chiedo come mai non sia stato distribuito in Italia, forse meglio perchè in lingua originale rende qualcosa in più. Enola Penny, una giovane con evidenti comportamenti compulsivi, viene attratta in un teatro abbandonato di fronte a casa sua e sedutasi in platea assiste alla comparsa nel palco di Peg Poett, una marionetta con sembianze umane interpretata dall'indimenticabile Udo Kier. E' proprio lui a presentare le sei storie che compongono il film anticipandole con l'entrata in scena di altre marionette. Come succede spesso nei film ad episodi, non tutti sono discreti ma interessanti tecnicamente e riescono a creare la giusta dose di tensione. Il primo "Mother Of Toads" segue le disavventure di una coppia di ragazzi americani in vacanza in Francia, lui è antropologo, che vengono attratti nella sua casa sperduta in mezzo ai boschi da una misteriosa donna che afferma di essere in possesso del "Necronomicon" e lui non resisterà alla tentazione. Sicuramente il più leggero di contenuti, con rimandi all'horror anni '80, con storia abbastanza ridicola. Il secondo "I Love You" dove un uomo alcolizzato ama la moglie in maniera molto possessiva e lei decide di lasciarlo stanca della sua morbosità. La conversazione tra i due raggiunge livelli di crudeltà inimmaginabili... Il livello si alza, thriller psicologico con finale sorprendente e quello che più mi è piaciuto. Il terzo "Wet Dreams" diretto dal mago degli effetti speciali Tom Savini che vi recita anche, racconta le vicissitudini e le problematiche di una coppia e degli incubi raccapriccianti di cui lui è vittima. Il più divertente, leggero ma grazie allo splatter la valutazione si alza. Il quarto "The Accident" racconta di una madre premurosa ed affettuosa che spiega alla piccola figlia il senso della morte dopo aver assistito ad un incidente di un motociclista. Il più poetico, assolutamente non ha niente di horror rispetto agli altri e fuori tema. Il quinto "Vision Stains" diretto dal visionario Karim Hussain, una donna incapace di sognare, ruba i ricordi di altre donne indigenti e tossicodipendenti in una maniera molto inquietante. Altro episodio di livello superiore, disturbante ed immorale. L'ultimo "Sweets" amore a base di dolci di una coppia, lei lo lascia, lui la ama troppo e lei accetta un ultimo incontro... Quello che mi è piaciuto meno perchè veramente disgustoso anche se interessante per alcuni versi. Giudizio finale un prodotto dignitoso, con episodi tra alti e bassi, niente di eclatante ma l'ho visto con piacere.
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