La recensione su Violenza alla deriva

di John_Nada1975

6 stelle

Da un mai sbocciato maballora accolto nei festival piu importanti Paul Mones, graziato da una stupenda fotografia newyorkese autunnale-invernale di Tom Di Cillo, dalla colonna sonora alla George S. Clinton di Carter Burwell non ancora affermatosi con i Coen, e dall'esordio di William McNamara poco tempo prima di volare in Italia per fare un certo giallo-thriller "operistico", un atipico dramma giovanile ancor tutto giocato all'interno dell'affolatissimo filone scolastico anni '80 sulle scuole difficili.

Atipico perché il protagonista vera non è d'azione o di "rivalsa" e vendetta di qualche tipo da angherie e bullismo vari delle gang che dettano prepotenze, ma anzi un giovane talento naturale della letteratura e della poesia, con una personalità "border" e bipolare, che lo renderà vulnerabile e completamente frainteso dallo psichiatra ovviamente ottuso e rigidamente schematico della scuola, che cercherà addirittura di farlo internare da due infermieri del locale distretto psichiatrico di un vicino ospedale.

Però compreso ma alla fine non potuto "salvare", dal professore di letteratura che sa vedere in lui il potenziale e irregolarissimo talento che egli incarna e riesce a trasmettere ai compagni, e per tutta la classe. Il professore ovviamente è John Savage, in una dei suoi tanti ruoli di anni per lui già di progressivo dissolversi dell'attenzione del cinema di grosso circuito, e che lo porterà persino sempre più imbottito e alcolico, a "salvare" un ultimo film a basso costo "americano", di Lucio Fulci.

Ma la professionalità è capacità di un attore dalla grande intensità come Savage e saper di portare al ruolo del professore sfumature dalla sensibilità più emozionante, è indiscutibile, e anzi ne sembra quasi fare un possibile destino e dieci anni dopo, del protagonista che interpretò ne "I Ragazzi del Max's Bar"(Inside Moves)(1980), di Richard Donner.

Splendido finale sulla skyline frontale all'alba, della allora "spiaggia" della Port Authority di Manhattan.

John Nada

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