Espandi menu
cerca
L'immortale

Regia di Marco D'Amore vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Furetto60

Furetto60

Iscritto dal 15 dicembre 2016 Vai al suo profilo
  • Seguaci 45
  • Post -
  • Recensioni 2024
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su L'immortale

di Furetto60
6 stelle

Film efficace, ma freddo.

Questo progetto cinematografico cosiddetto ”crossmediale”, spin off o prequel, si colloca idealmente a cavallo tra la quarta e la quinta stagione della serie “Gomorra”, anche se è al termine della terza che Ciro Di Marzio s'immola facendosi  sparare da Genny e sprofonda nelle acque del Golfo di Napoli. Sopravvissuto miracolosamente, Ciro ripescato agonizzante e curato, viene clandestinamente  mandato in esilio  presso il boss Don Aniello, niente poco di meno che a Riga, in Lettonia, dove è operativo un nuovo e redditizio canale di spaccio internazionale.Il film procede su un doppio binario narrativo : quello dei ricordi con la  storia del piccolo Ciro, anche allora fortunoso superstite del terremoto del 1980, da qui il soprannome di “Immortale”; dalla cui esperienza esce vivo ma  orfano e indigente, costretto “obtorto collo” a inventarsi espedienti e piccole illegalità, ad apprendere l’arte di arrangiarsi, nella giungla infida del sottobosco malavitoso partenopeo; lo vediamo tuffarsi nelle acque del golfo per “dribblare” la finanza e fare da galoppino per il contrabbando di sigarette e dall’altra parte il racconto del presente, in cui Ciro ormai apatico e disilluso, è inserito in un giro internazionale di traffico di cocaina, in compagnia di uno scalcinato  manipolo di conterranei, che si arrabattano alla men peggio come magliari e spacciatori, tra questi, invecchiato c’è anche Bruno, colui  che quando era piccino, l’aveva introdotto nel mondo malavitoso e poi lo aveva “bruciato” e siccome il tempo non cambia l’indole delle persone,è pronto di nuovo a tradirlo. Peraltro anche qui ci sono bande rivali in guerra: i locali lettoni e i mafiosi russi. Esprimere un  giudizio su questo film, ben diretto e interpretato da Marco D’amore, è difficile. Su un piano estetico la location livida e grigia è una cornice ideale, anche su quello della storia sicuramente è un’opera riuscita: il plot è efficace, la prova attoriale  buona, peraltro anche la regia è solida come già accennato. Ciò che invece lascia perplessi è lo scopo di questo lungometraggio, si ha la sensazione che il film non aggiunga niente di nuovo a quanto già visto nella serie: crimini, delitti, tradimenti, omicidi efferati, tanta violenza e nessuna redenzione

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati