Regia di Woody Allen vedi scheda film
Insieme al fidanzato Gatsby, Asheigh, studentessa di college, va a New York per un weekend; deve intervistare un celebre regista, per poi godersi la città con Gatsby. Ma una serie di imprevisti, a partire da un diluvio continuo, manda all’aria ogni piano.
Sì: la storia è eccellente nel suo complesso, lo sguardo del Maestro è sempre onnicomprensivo e punta all’insieme, al quadro, senza dimenticare naturalmente di inserire qua e là dettagli accattivanti, frecciatine, riferimenti vari (basti pensare che il protagonista maschile si chiama Gatsby Welles: servono spiegazioni?); no: Woody Allen non è più in grado di girare un film minimamente credibile, al passo con i tempi nel ventunesimo secolo, e le falle logiche nella trama di Un giorno di pioggia a New York si susseguono imperterrite dal primo all’ultimo fotogramma. Com’è possibile che nessuno dei parenti di Gatsby abbia mai visto neppure una foto sui social di Ashleigh?, tanto per cominciare. Com’è possibile che Tiffany rientri con due giorni di anticipo e Francisco non sappia nulla, non l’abbia neppure sentita via messaggio? E soprattutto: com’è possibile che nei film di Allen tutti, anche i poco più che ventenni, vivano in spaziosi e luminosi appartamenti decorati con eccellente gusto e arredati costosamente e scialacquino allegramente il loro abbondante denaro senza darsene la minima cura? Si dirà che il regista newyorchese si è sempre dedicato a raccontare le storie di una certa classe bianca-benestante-americana e che certi dettagli logici sul grande schermo passano in secondo piano rispetto alla magia affabulatoria del cinema (o forse è solo la risposta che darebbe Woody stesso, chissà), eppure la tenuta della storia passa anche per questo tipo di domande e ragionamenti. Ciononostante, sia chiaro, Allen rimane uno dei più grandi creatori e raccontatori di storie della Storia del cinema, a prescindere da dubbi e difettucci di qualche opera realizzata in età senile; bene ovviamente il cast, che annovera fra gli altri Jude Law, Selena Gomez, Timothée Chalamet, Diego Luna, Elle Fanning e Liev Schreiber. Il finale è eccessivamente dritto, insomma scontato? Eppure si può perdonare: è esattamente quello che meritava una pellicola simile. 5/10.
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