Regia di Woody Allen vedi scheda film
Un autore parla solo attraverso le opere, che in libertà crea e diffonde. Se questo principio di elementare civiltà è valido per Cellini e Caravaggio come per Solgenitsin e Shostakovich, è altrettanto valido per Polanski e per Woody Allen.
Il Woody Allen dei film più amabili è tornato a raccontare la vita, gli amori e le bizzarre storie dei suoi anti-eroi e ancora una volta mette in scena, con grazia impareggiabile, la tragicommedia quotidiana delle nevrosi, delle ansie, dei sogni e anche delle insensatezze che attraversano i loro (nostri) percorsi. Lo sfondo è ancora l’amatissima e meravigliosa New York, che Woody ci ha fatto amare, ancor prima di conoscerla e che forse non sarebbe così cara al nostro cuore senza i suoi film.
È una New York adorabile e piovosa quella che accoglie i due ragazzi innamorati che arrivano dall’Arizona. Lui è Gatsby (Timothé Chalamet) ed è nativo della Grande Mela, da cui si è allontanato per sottrarsi alla madre che non sopporta; lei è Ashleigh (Elle Fanning), figlia di un banchiere, nonché studentessa diligente che sogna una carriera da giornalista anche se si accontenta, per ora, di lavorare al giornalino del College: è a Manhattan per intervistare un famoso regista, forse il trampolino di lancio che stava aspettando.
Gatsby, come lei, è di famiglia ricca, ciò che lo induce a non preoccuparsi troppo del futuro: è carino, un po’ tormentato, non ama misurarsi con la realtà (ha rimosso, perciò, il conflitto con la madre); studia poco, ma legge molto; ascolta musica di qualità e gli piace sfidare il caso, giocando a poker: ha guadagnato migliaia di dollari in men che non si dica, che spenderà a New York naturalmente con lei, prima e dopo l’intervista al famoso cineasta.
Le farà scoprire la grande metropoli in the rain, sotto quel vitale scrosciare dell’acqua che sente così suo da aiutarlo ad accettare se stesso, a riconciliarsi col passato e forse a trovarne il senso: un segnale positivo.
Manhattan, invece, avrebbe inaspettatamente separato i loro percorsi: il giro in carrozza, alla scoperta degli aspetti romantici della più bella città del mondo, Gatsby non lo avrebbe fatto con Ashleigh, ora lontana da lui, alle prese con un regista in crisi creativa, uno sceneggiatore (Jude Law) geloso della moglie e un attore tanto bello e famoso da far perdere la testa alle ragazze non troppo accorte…
Molte le sorprese del film, imprevedibili le svolte, né manca, come nelle favole antiche, il momento dell’agnizione, di cui non posso dir altro se non che è un grande momento di verità.
Il pleure dans mon coeur
Comme il pleut sur la ville …
È un' opera da vedere: la bella strenna natalizia di un Woody Allen in piena forma, come non si vedeva da tempo. Per fortuna lo troviamo nelle sale italiane e quasi ovunque in Europa.
Sembra incredibile, ma negli USA, dove è nato ed è stato girato, non può essere visto: Amazon, che l’aveva prodotto e avrebbe dovuto organizzarne la distribuzione, ne ha bloccato l’uscita in sala.
Qualcuno, rispolverando, in un clima isterico da caccia alle streghe, una storia di 25 anni fa, per la quale il regista aveva già ottenuto l’assoluzione giudiziaria, ha fatto terra bruciata intorno a lui con questi effetti devastanti:
– Amazon ha bloccato la distribuzione del film in tutto il mercato americano (sembra che si sia salvata dal flagello solo Cuba)
– gli attori hanno incredibilmente preso le distanze da lui, promettendo che mai e poi mai avrebbero ancora lavorato per i suoi film
L’immediato contrattacco di Woody Allen gli ha permesso di distribuire, almeno in Europa, la sua ultima fatica, per altro immediatamente soggetta al tentativo di boicottaggio organizzato dalle insopportabili talibane del Me too.
Siccome è mia intenzione occuparmi di cinema e non di scandali e pettegolezzi strumentali, invito chi vuol conoscere un po' meglio questa storia di ordinaria intolleranza, a leggere QUI.
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