Regia di Václav Marhoul vedi scheda film
Oggetto arduo questo “The Painted Bird”, attesissimo a Venezia 76 ma con occhio scettico. Fotografia straordinaria per un’opera che guarda a Tarkovskij (“L’infanzia di Ivan”) e – soprattutto – a “Marketa Lazarova” di František Vlá?il, rifacendo scopertamente “Va e vedi” di Klimov. Un’odissea dura, dilatata, profondamente lirica, compendio di archetipi e visioni talmente legati a una specifica identità cinematografica (quel cinema d’autore est-europeo degli anni 60 e 70, e ne approfitto per aggiungere “L’ascesa” di Larisa Šepit'ko tra le ulteriori possibili fonti ispiratrici) da far quasi credere che il film ne sia un grande, sentito e riuscitissimo omaggio.
Forse “The Painted Bird” non è esauribile a una sola visione. Attraente e respingente, spietato e truce, rimane un’opera formalmente affascinante, di grande ricerca estetica, una fotografia pietrificante del buio che risiede nell’animo umano all’ombra della Storia e della superstizione.
Elegiaco, spericolato, sottilmente allegorico, profondamente mistico.
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