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Lux Æterna

Regia di Gaspar Noé vedi scheda film

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La recensione su Lux Æterna

di EightAndHalf
6 stelle

Al rogo il Cinema. 

 

Lux æterna è una pellicola sul punto di prendere fuoco, e di morire. Le scritte in sovrimpressione parlano chiare, con i loro caratteri da lapide funeraria: il destino del Cinema è il fuoco. Sembrerebbe. Perché allo stesso tempo quelle scritte, citazioni di illustri registi da Carl Theodor Dreyer fino a Bunuel e Fassbinder, ricordano con estrema enfasi che il Film è un'Opera d'Arte, che va firmata e controfirmata dal proprio arteficie. Ecco dunque che Noé firma quasi immediatamente il suo mediometraggio, dopo un intro di filmati di repertorio, con la fotografia di Benoit Debie e una camera o mossa su steady-cam invadente e grandangolare, oppure fissa sui volti di Béatrice Dalle e Charlotte Gainsbourg, attrici-strega di ieri e di oggi, qui portate e interpretare loro stesse sul set di uno strano film appunto sulla stregoneria. Ma la troupe è confusa, la Dalle è idiosincratica da morire e Charlotte Gainsbourg riceve un'inquietante telefonata dalla figlia. Ma the show must go on, e la sequenza del rogo delle streghe andrà girata lo stesso.

Sebbene il film sia evidentemente un divertissement senza cervello (ma con molto cuore, anche se è come ce lo mette Noé: nero, cinico e allucinato), riesce a consegnare allo spettatore la sensazione di partecipare a un piccolo catalogo del cinema contemporaneo, non solo tramite Béatrice Dalle e la Gainsbourg, entrambe fenomenali, e non solo tramite attori di Noé comparsi già in Love e in Climax, ma anche tramite la bellissima Abbey Lee, già strega sui generis in The Neon Demon di Nicolas Winding Refn. Ed è sulla scia dell'estetica contemporanea del neon che si muove anche Lux æterna, che sembrerebbe proclamare la morte del Cinema e invece ne dichiara la natura infuocata e degenerata, eterna perché è una luce (non la silenciosa di Reygadas, ma decisamente più rumorosa) che non può estinguersi, e sopravvive all'era del digitale con il neon, la stroboscopia e le solite noé-niane sperimentazioni di ipnosi (tele)visuali. 

Lux æterna è uno svago cinefilo che oltre a ricordarci l'abilità di Noé dietro la mdp (qui tra l'altro spesso rievocante l'Inarritu di Birdman) ci ricorda che il Cinema, pur nella confusione, si sta muovendo, va avanti e brucia ancora di passione. 

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